È stato un attentato quello di ieri al bancomat dell'ufficio postale di via del Lagaccio a Genova. Ne sono convinti gli investigatori della Digos che indagano sulla vicenda.
Gli inquirenti hanno visto che gli attentatori si sono avvicinati allo sportello con un ombrello aperto, in modo da non essere ripresi dalle telecamere di sicurezza. Un testimone, che ha sentito un boato e poi ha scorto il fumo, ha visto due persone incappucciate allontanarsi dallo sportello. Sul posto non sono state trovate taniche o inneschi per cui l'ipotesi è che i due abbiano versato liquido infiammabile e poi dato fuoco con un accendino.
La pista al momento più accreditata è che si tratti di un salto di qualità dei No borders, attivisti contro i rimpatri dei migranti e le chiusure delle frontiere. A inizio giugno erano stati trovati tre ordigni rudimentali (taniche di liquido infiammabile collegate a una sveglia) sotto i bancomat di uffici postali a Genona, Torino e Bologna. Nessuno delle tre bombe era esplosa e gli inquirenti avevano pensato a un gesto dimostrativo.
I No Borders avrebbero preso di mira le Poste perché l'azienda mette a disposizione aerei per il rimpatrio dei migranti. L'inchiesta è stata affidata al gruppo antiterrorismo della procura. Secondo gli inquirenti ci sarebbe una regia unica, con sede con ogni probabilità in Piemonte, che ha poi avuto supporto logistico a Genova e Bologna.
cronaca
Incendio alle poste di Genova Lagaccio: è stato volontario, pista No Borders
Attentatori con l'ombrello aperto per non farsi riprendere
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