Forte dell'Annunziata. Da una parte i migranti, dall'altra le forze dell'ordine. È un film già visto quello che va in scena a Ventimiglia, dove un gruppo di migranti staziona dal tardo pomeriggio di ieri sulla strada che conduce al confine con la Francia. Qualche momento di tensione, poi una fase di stallo.
Momenti di tensione al presidio intorno alle 12, quando migranti e no border hanno intonato cori e tutti insieme si sono avvicinati al cordone di polizia che impedisce loro di raggiungere il confine, gli agenti hanno fatto un passo in avanti. In quel momento c'è stato un lancio di oggetti verso la polizia che ha risposto con alcune manganellate, facendo indietreggiare i manifestanti. La situazione è tornata sotto controllo, la tensione rimane, come il presidio.
Il sindaco Enrico Ioculano è giunto verso le 14.30 al presidio di migranti e no borders, nei pressi del confine con la Francia, che blocca una delle principali strade verso il territorio francese. Ioculano è insieme ad alcuni mediatori della Caritas per cercare una soluzione alla situazione di stallo che si è creata ieri pomeriggio, quando oltre 400 migranti sono stati fermati dalle forze dell'ordine lungo la strada che conduce alla frontiera. La richiesta degli stranieri resta sempre la stessa: "Vogliamo andare in Francia". Sono in corso trattative per cercare di convincere i migranti a togliere il presidio.
Terminata la mediazione: la gran parte degli stranieri che da ieri occupa una strada nei pressi del forte dell'Annunziata ha deciso di continuare la protesta con il presidio. Solo una piccola parte per il momento ha invece scelto di tornare nei pressi della chiesa delle Gianchette. "Abbiamo spiegato loro che questa situazione fa male a loro e agli interessi della città", ha detto il sindaco Ioculano. I migranti hanno chiesto perché vengano bloccati qui e non al confine e il sindaco ha risposto che "se venisse bloccato il confine, impedendo ai cittadini di andare a lavorare in Francia, avrebbero avuto contro tutta Ventimiglia". Al termine delle trattative, alcuni stranieri hanno deciso di tornare alla chiesa di Sant'Antonio nel quartiere delle Gianchette dove sono ospitati da un mese, ma la maggioranza di migranti porterà avanti la protesta. Se la situazione non cambierà nelle prossime ore, è probabile che si arrivi allo sgombero da parte delle forze dell'ordine.
Circa 400 avevano lasciato ieri la Chiesa di Sant'Antonio, dove sono ospitati da oltre un mese, per tentare di varcare la frontiera, ma le forze dell'ordine li hanno bloccati - come già successo altre volte - all'altezza del Forte. In questo momento sono circa 300 migranti a intonare cori dal significato molto semplice: "Non vogliamo stare in Italia, vogliamo andare in Francia".
Nella serata di ieri è fallito il tentativo di mediazione dei responsabili locali della Caritas, che - a differenza delle altre volte - al momento non sono riusciti a far desistere i migranti dalla protesta e a farli tornare nei locali della parrocchia delle Gianchette. I migranti hanno preferito rimanere lì. hanno passato la notte all'addiaccio, sotto gli occhi vigili della polizia. Hanno rifiutato anche il cibo portato dai volontari, mentre a Sant'Antonio venivano distribuiti oltre 400 pasti.
"Questa situazione non può permanere a lungo. Si lavora per liberare la strada", fanno sapere dalla Questura, mentre Maurizio Marmo, direttore della Caritas, spiega: "Sono fermamente convinti a restare, riproveremo a convincerli e ad accettare cibo e acqua". La strada per il momento resta chiusa al traffico all'altezza del Forte, con Ventimiglia che sta vivendo un'altra giornata calda sul fronte dell'emergenza migranti.
PICCOLO: "SITUAZIONE FUORI CONTROLLO" - "Credo che ci sia bisogno di un intervento forte da parte del governo. Credo che siano delle gravi responsabilità da parte delle istituzioni territoriali e oggi è la prova che la situazione è fuori controllo". A dirlo è Simone Piccolo, presidente della Confcommercio di Ventimiglia, ai micorfoni di Primocanale.
"Non solo non cambia niente, ma diciamo che la situazione sta peggiorando", prosegue. "Alla luce di quanto sta accadendo in questo week end bisogna cominciare a riflettere se questo centro immigrati sia proprio necessario farlo. Secondo me, bisogna abbandonare l'idea. Con un centro di 700-800 persone potrebbero verificarsi ogni giorno manifestazioni di questo tipo, con notevoli disagi per la città e per il commercio".
Piccolo fa il punto sulle difficoltà sofferte dal commercio a causa dell'emergenza migranti. "Non voglio essere monotono ma il commercio sta vivendo da mesi una crisi che sta purtroppo peggiorando. Parliamo di incassi del 50-60%. Ventimiglia, non avendo alberghi, vive di un turismo giornaliero, legato al mondo commerciale. Con tutti questi disagi la situazione sta diventando preoccupante. Ci sono giornate dove davvero scriviamo zero. Entro la fine dell'anno saranno tante le attività che cesseranno".
PAGANELLI: "IL COMUNE DA SOLO NON PUO' FARCELA" - "Alla Regione e allo Stato chiediamo di darci una mano a trovare delle soluzioni. Il Comune di Ventimiglia non è assolutamente in grado di gestire una cosa del genere. Sono ormai due mesi che abbiamo chiuso l'attività amministrativa per seguire questa situazione, ma non abbiamo né le forze né le strutture per poterlo fare". Così il consigliere comunale del Partito Democratico, Franco Paganelli, ai microfoni di Primocanale.
"Abbiamo scritto al Prefetto, al Ministro e a tanti altri, ma non c'è stato un grande interessamento e un grande impegno", aggiunge il consigliere comunale. "Si continua ad andare avanti con l'aiuto dei volontari e della gente. Ventimiglia ha dimostrato di essere una città solidale al cento per cento".
"Mi diceva il presidente della Comunità di Sant'Egidio di Genova, che ha fatto visita a Ventimiglia, che lui non credeva che la situazione fosse così grave. Mi ha detto - conclude Paganelli - che neppure a Genova riuscirebbero a gestire una cosa di questo genere".
cronaca
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