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Affondo dei consiglieri regionali Lunardon e Michelucci
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"La legge sul Commercio dell’assessore Rixi è un pasticcio continuo. Prima la Giunta ha individuato 15 aree in tutta la Liguria in cui insediare, a sua scelta insindacabile, la grande distribuzione, senza consultare i Comuni e talvolta confliggendo persino con i loro piani urbanistici. Poi si è difesa sostenendo che questa selezione si basava su alcuni criteri codificati da uno studio commissionato all’Istituto Tagliacarne. Ma oggi scopriamo che quello stesso studio, al momento, risulta ancora incompleto". Lo dichiaran consiglieri regionali del Pd Lunardon e Michelucci.

"Dei tre parametri scelti dall’Istituto per valutare l’idoneità dei siti - proseguono -, la parte su accessibilità e mobilità (a cui si aggiungono altri due indicatori su dissesto idrogeologico e qualità dell’aria) non è pronta.
In poche parole: prima ancora che l’Istituto Tagliacarne fornisse alla Giunta tutti gli elementi necessari per individuare dove sistemare la grande distribuzione, la maggioranza aveva già preso la sua decisione, inserendo nella legge i 15 siti prescelti".

"Ma allora la norma non si avvale della competenza e della garanzia dell’Istituto Tagliacanre come ci ha voluto far credere Rixi fino a questo momento", sottolineano i due consiglieri regionali del Pd. "Insomma: abbiamo scherzato. Senza contare che a quest’ennesimo pasticcio, si aggiungono anche i tratti di incostituzionalità che avevamo già segnalato nelle scorse settimane".

"A questo punto - aggiungono Lunardon e Michelucci - per uscire da questo vicolo cieco noi intravvediamo due possibilità: o la Giunta trasforma la legge in un provvedimento amministrativo, che consentirebbe di utilizzare lo strumento della Vas, tenendo conto delle indicazioni contenute nei Puc e nei piani commerciali dei Comuni, peraltro approvati dalla Regione; oppure se si vuole mantenere lo strumento della legge si stralcino i siti e si individuino criteri stringenti, che garantiscano la migliore regolazione di concerto con i Comuni e con le parti sociali".