cronaca

Ma Scajola contro-replica: "Incapaci di fare i controlli"
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È sempre più polemica tra Comune di Genova e Regione Liguria. L'oggetto della contesa è il disavanzo di Arte, l'agenzia regionale che gestisce le case popolari. La miccia si era accesa in occasione dell'inaugurazione della nuova sede a Molassana. Toti, Scajola e l'amministratore unico Cotena lamentavano: “Il Comune ci deve 5 milioni, con quei soldi potremmo ristrutturare metà degli appartamenti sfitti”. Palazzo Tursi risponde per voce del vicesindaco Bernini: “I debiti? Non spetta a noi pagare”.

Secondo Arte e la Regione, il Comune sarebbe “colpevole” di riscuotere affitti troppo bassi
, con una media che è passata da 107 A 95 euro. Inoltre, faceva notare Cotena, di 940 decadenze per morosità solo in 5 casi si è proceduto allo sfratto. E poi c'è una convenzione del 1994 che fissa prezzi divenuti ormai obsoleti.

“Ma per anni Arte non ha restituito la parte di incassi che superava le spese di manutenzione – contrattacca Bernini – e così adesso, in tempi di vacche magre, quei soldi dovrebbero recuperarli da un'altra parte”. E i morosi? Bernini sostiene che in molti casi si tratta di “incolpevoli”, persone che non hanno soldi per pagare. Per far fronte a queste situazioni dovrebbe esistere un fondo regionale, che però “non è mai stato finanziato”, dice il vicesindaco.

La convenzione, precisa una nota del Comune, non prevede nessun ripianamento per eventuali saldi negativi. Nonostante questo, Tursi dice di averci già messo, dal 2009, quasi 12 milioni derivanti da trasformazioni, alienazioni e mutui e contratti ad hoc, soldi peraltro già spesi. Nel 2016, poi, dovrebbero arrivare altri 3,8 milioni con l'attivazione dei mutui futuri, oltre a piccoli interventi di manutenzione straordinaria.

Insomma, il Comune non ci sta e rimette il dito nella piaga. Arte gestisce a Genova 4053 alloggi popolari. “Perché dovrei dare soldi a una realtà di cui non conosco i bilanci nel dettaglio e in cui non posso nominare un membro del cda per conoscere le strategie?”, accusa ancora Bernini. Anzi, i debiti sarebbero colpa della Regione. Come nell'operazione di cartolarizzazione del patrimonio Asl, che è costata l'attivazione di mutui con un ammortamento di 10 milioni nel 2018.

“Negli anni a seguire, per contrastare la morosità e l’abusivismo, sarebbe stato necessario – rimarca l’assessore Fracassi – incrementare l'attività di presidio del patrimonio e del territorio di riferimento, con visite agli inquilini per verificare la buona conduzione degli appartamenti, con azioni di contrasto dell'incuria degli spazi comuni, anche attraverso il coinvolgimento dei cittadini attivi, in particolare di coloro che partecipano alle attività dei Comitati di quartiere". Intanto Bernini sbotta: “Così non funziona, piuttosto ci riprendiamo le case e ce le gestiamo da noi”.

Ma la querelle prosegue. E l'assessore regionale Scajola ribatte: "È dovere del Comune di Genova dare ad Arte, l'azienda territoriale regionale per l'edilizia, quanto dovuto per la gestione degli alloggi di sua proprietà, sulla base di una convenzione sottoscritta tra il Comune di Genova e Arte che il vicesindaco Bernini dovrebbe ben conoscere". Per Scajola è il Comune di Genova "incapace di occuparsi dei controlli la cui assenza ha generato un effetto a catena, anche da parte di chi potrebbe pagare".

"Su un punto però sono d'accordo con Bernini - aggiunge Scajola - quando dice che Arte è stata usata dalla Regione Liguria per operazioni immobiliari che hanno causato un forte indebitamento. Su questo Bernini ha ragione: infatti il suo partito, il Pd, quando ha governato con Burlando, Rossetti e i colleghi del vicesindaco di Genova, ha causato questo disastro. E non ricordo di aver letto, all'epoca, alcuna dichiarazione di esponenti del Pd, compreso lo stesso Bernini, di denuncia di un'azione amministrativa fallimentare".