cronaca

I legali del dirigente: "Lui fece quello che doveva fare"
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Sandro Gambelli, dirigente comunale imputato nel processo per i fatti dell'alluvione di Genova del 4 novembre 2011 costato la vita a quattro donne e due bambine, "fece quello che doveva fare, in base ai poteri che aveva". Ma in questo processo "dovrebbero sedere al banco degli imputati anche la Prefettura, per la mancata organizzazione del centro di coordinamento soccorsi, il dirigente delle politiche educative, per la gestione delle scuole, l'ex capo della polizia municipale Mangiardi e il responsabile del terzo distretto di Marassi".

Lo hanno sostenuto i legali di Gambelli, gli avvocati Giuseppe Giacomini e Luca Robustelli, nella loro arringa difensiva durante la quale hanno chiesto l'assoluzione per il dirigente. Per quanto riguarda il falso verbale (quello con l'orario dell'esondazione del Fereggiano anticipato di circa un'ora per sostenere la tesi dell'evento imprevedibile), sempre secondo i legali, "Gambelli sarebbe stato costretto a partecipare al falso dai suoi capi di allora, dal sindaco all'assessore fino agli altri due dirigenti".

A processo ci sono l'ex sindaco di Genova Marta Vincenzi, l'ex assessore comunale Francesco Scidone, i dirigenti Gambelli, Delponte e Cha e l'ex coordinatore dei volontari Gabutti. Le accuse sono di omicidio colposo plurimo, disastro colposo, falso e calunnia. Gabutti è accusato solo di falso e calunnia. Il pm Luca Scorza Azzarà ha chiesto la condanna a sei anni e un mese per l'ex sindaco.