Pallino amava il suo padrone. Come tutti gli animali, il suo amore completamente gratuito lo traduceva con gli occhi e con la presenza. Poi il suo padrone è morto e Pallino l'ha accompagnato in chiesa. Si è accucciato accanto al feretro e lì è rimasto finché non se lo sono portato via.
Succedeva cinque anni fa. Oggi Pallino, cagnetto fantasia, è la mascotte di Diano Arentino: prende cibo e coccole da tutti ma la domenica mattina non dà retta a nessuno perché tutte le domeniche, da cinque anni a questa parte, appena le campane chiamano a messa Pallino entra in chiesa e assiste alla funzione accucciato nello stesso punto in cui si trovava la bara del suo padrone. E finita la messa, se ne va.
Era il 22 gennaio 2011: Giuseppe Gangemi, 61 anni, moriva stroncato da un infarto. Il feretro venne lasciato per quattro giorni in chiesa del paese in attesa dell'arrivo dei parenti dall'Australia. Pallino vegliò il suo padrone per tutto il tempo, senza mai staccarsi neppure per un solo istante. Il parroco infine celebrò i funerali e Pallino lì, presente.
Da allora, ogni domenica, quando suona per la messa, Pallino entra quatto quatto in chiesa, percorre quei pochi metri che lo dividono dall'altare e si accuccia proprio in quel punto dove cinque anni orsono c'era il feretro di Giuseppe. "Probabilmente è convinto che ogni domenica vengano celebrati i funerali - ha detto Domenico, figlio di Giuseppe, che oggi vive a Melbourne - e che in quel momento mio padre è lì con lui".
Succedeva cinque anni fa. Oggi Pallino, cagnetto fantasia, è la mascotte di Diano Arentino: prende cibo e coccole da tutti ma la domenica mattina non dà retta a nessuno perché tutte le domeniche, da cinque anni a questa parte, appena le campane chiamano a messa Pallino entra in chiesa e assiste alla funzione accucciato nello stesso punto in cui si trovava la bara del suo padrone. E finita la messa, se ne va.
Era il 22 gennaio 2011: Giuseppe Gangemi, 61 anni, moriva stroncato da un infarto. Il feretro venne lasciato per quattro giorni in chiesa del paese in attesa dell'arrivo dei parenti dall'Australia. Pallino vegliò il suo padrone per tutto il tempo, senza mai staccarsi neppure per un solo istante. Il parroco infine celebrò i funerali e Pallino lì, presente.
Da allora, ogni domenica, quando suona per la messa, Pallino entra quatto quatto in chiesa, percorre quei pochi metri che lo dividono dall'altare e si accuccia proprio in quel punto dove cinque anni orsono c'era il feretro di Giuseppe. "Probabilmente è convinto che ogni domenica vengano celebrati i funerali - ha detto Domenico, figlio di Giuseppe, che oggi vive a Melbourne - e che in quel momento mio padre è lì con lui".
IL COMMENTO
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