cronaca

Durante l'incontro decisa l'apertura di un tavolo sul settore termoelettrico a settembre
1 minuto e 16 secondi di lettura
I sindacati esprimono un "cauto ottimismo" per il futuro di Tirreno Power, dopo l'incontro al Mise con il viceministro Bellanova. Cgil, Cisl e Uil sottolineano la disponibilità "all'apertura di una fase serrata azienda-sindacati-istituzioni, a livello nazionale e locale, al fine di trovare soluzioni utili a limitare al massimo l'impatto negativo sui lavoratori".

Il percorso sarà "lungo e non indolore", scrivono i sindacati in un nota. Tirreno Power è in crisi finanziaria e non sta sfruttando al massimo le sue centrali per produrre energia. Questa situazione è rappresentata dal caso dello stabilimento di Vado Ligure (Savona) i cui impianti a carbone sono sotto sequestro dal marzo 2014 per presunte violazioni ambientali. In questa area il Gruppo vorrebbe far insediare nuove realtà industriali.

Il cauto ottimismo dei sindacati deriva dal fatto che nell'incontro con il viceministro è stata decisa l'apertura a settembre di un tavolo sul settore termoelettrico, la possibilità dell'utilizzo della Cassa in deroga fino a fine anno da parte delle Regioni e se a livello regionale non ci fossero risorse verrebbero trovate a livello centrale, il ricorso agli ammortizzatori sociali per tutto il tempo necessario a trovare soluzioni che mettano in salvaguardia il posto di lavoro dei dipendenti in eccedenza.

"Tirreno Power e i suoi azionisti devono prendere atto che molto si può ancora fare. A settembre Tirreno Power, con i suoi azionisti, saranno chiamati a trovare una soluzione al problema occupazionale. Prima vengono i lavoratori, poi le esigenze delle banche", affermano i sindacati.