Mancano ormai poche ore al Comitato portuale di fuoco che domani (lunedì 5 settembre) dovrà esprimersi sui rinnovi delle concessioni chiesti da alcuni terminalisti. Nelle scorse ore è arrivata la bocciatura dei revisori dei conti, che hanno fatto presente come non ci sia alcuna fretta nel procedere a tali rinnovi, visto che le concessioni in esame scadranno soltanto a fine 2020.
Inoltre - ha sottolineato il collegio - non risulta alcuna analisi sullo stato delle concessioni in essere, cioè non è dato sapere a che punto sono gli impegni che i richiedenti si erano assunti, in termini di investimenti e occupazione, quando fu accordata loro la concessione. Infine - hanno spiegato sempre i revisori - il diritto comunitario chiede che anche per i rinnovi si passi attraverso una gara, come rimarcato anche dagli autorevoli pareri del Consiglio di Stato.
Difficile fare un pronostico su cosa deciderà il Comitato portuale. Voci insistenti parlano di un via libera ai rinnovi. Se così fosse, si dovrebbe aprire una profonda riflessione sul fatto che un Comitato portuale ormai agli sgoccioli prenda una decisione così importante per il futuro del porto di Genova. Una decisione che potrebbe ingessare la più importante infrastruttura del capoluogo ligure, togliendo di fatto al presidente che arriverà a breve la possibilità di deciderà quale indirizzo dare al porto.
Molto dipenderà dal comportamento che terrà il commissario Giovanni Pettorino. Come spiegato nelle scorse ore da Primocanale.it, è possibile che l'Ammiraglio non deliberi le concessioni ma dichiari solamente la chiusura della procedura istruttoria. D'altronde, i rinnovi sono temi che vanno ben oltre l'ordinaria amministrazione di cui dovrebbe occuparsi un commissario. Ecco perché un'eventuale assenso di Pettorino, dato da alcune indiscrezioni per certo, aprirebbe tanti punti interrogativi.
L'eventuale ok ai rinnovi delle concessioni da parte del Comitato portuale, in barba alle prese di posizione contrarie di revisori dei conti, Consiglio di Stato e Commissione Trasporti del Senato, rischia tuttavia di essere l'ennesimo tassello di una gestione, quantomeno discutibile, degli affari del porto. Sulla stessa scia va inserita la decisione della Regione Liguria di chiedere le proroghe per Savona e La Spezia e ritardare la nascita delle nuove Autorità di Sistema.
Operazione più politica che davvero funzionale ai due porti. Per quanto riguarda La Spezia, infatti, la proroga alla fusione con Massa non ha altra spiegazione se non quella di mantenere ancora per un po' la presidenza Forcieri (Pd), che - da quanto filtra - negli ultimi tempi avremmo incassato l'appoggio anche dell'assessore regionale ai Porti Edoardo Rixi (Lega Nord).
Su Savona il discorso è un po' diverso. Il presidente Toti vuole infatti dare un segnale al mondo savonese che gli ha comunque dato credito alle scorse elezioni comunali, facendo trionfare la candidata sindaco del centrodestra Ilaria Caprioglio. Una mero calcolo di consenso, dunque, anche se Toti dovrà presto fare i conti col fatto che non è detto che venga assicurato un rappresentante di Savona all'interno del direttivo del nuova Autorità di Sistema.
Gli scenari sono comunque in divenire. Sui rinnovi non resta che attendere il Comitato di domani per vedere come andrà a finire, mentre sulle richieste di proroga (quasi certe) bisognerà aspettare qualche giorno di più. La sensazione, comunque, è che tanto del futuro della portualità ligure si giochi nelle prossime ore.
porti e logistica
Porti, tira e molla su fusioni e concessioni: molto si deciderà nelle prossime ore
Alla Spezia Rixi (Lega) strizza l'occhio Forcieri (Pd)
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