
"I diritti su cui abbiamo riflettuto sono tre - spiega Lalla insieme al collaboratore Dario Arkel - e cioè la centralità del bambino, il diritto allo svago e il diritto alla salute". In particolare gli ultimi due, secondo Lalla, sono messi un po' in discussione dal mondo scolastico. I colpevoli sarebbero i compiti a casa e quegli zaini pieni di libri, entrambi nel mirino di genitori, associazioni e persino presidi.
"Io sono assolutamente favorevole a tutelare fino in fondo il diritto del bambino allo svago e alla ricreazione. Penso soprattutto a chi fa il tempo pieno. Sto sempre dalla loro parte". Dunque no alle carrellate di compiti che rubano il tempo libero. Un intervento a gamba tesa che farà molto piacere alle famiglie, un po' meno ad alcuni insegnanti. Anche se, precisa Lalla, "rispettiamo completamente l'autonomia d'insegnamento".
Più oggettiva la questione del peso sulle spalle, "un problema che sembra banale non lo è. Io ho una personale esperienza come nonno, posso testimoniare che è così". Rinunciare ai libri? Probabilmente non si può, anche se per evitare trasporti nocivi alla schiena basterebbe lasciare la maggior parte del materiale a scuola - alcune scuole già lo consentono - e magari, in un futuro più o meno lontano, sostituire la carta con tablet e pc.
IL COMMENTO
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