Se lo chiedi direttamente a loro, i giovanissimi della movida, ti rispondono con un sorriso beffardo: "Che sostanze si trovano qui? Eroina, anfetamina, roba che ti sfascia la pelle. C'è di tutto". Che lo dicano scherzando o meno, i ragazzi non ne fanno un mistero: nei vicoli di Genova si trova di tutto. La zona franca del divertimento notturno offre ogni merce necessaria ai suoi frequentatori.
Da una parte l'area Erbe-San Bernardo, il regno dell'alcol, protagonista assoluto del fine settimana e al centro di contestatissime ordinanze per i problemi che crea. Salendo invece verso Sarzano, tra San Donato, Sant'Agostino e i giardini Luzzati, lo scenario cambia. Non c'è il chiasso dei locali, la luce è più bassa, la ressa diminuisce. L'ideale per concludere affari senza essere disturbati. È un vero supermarket: quello della droga.
In stradone Sant'Agostino chiedo dove posso procurarmi un po' di fumo. Cioè, in gergo tecnico, cannabis trattata con sostanze chimiche, più ricca di THC, che è il principio attivo. Un gruppo di ragazzi mi indica un giovane africano seduto su uno scalino. "Un mio amico vorrebbe un po' di fumo, dove lo può comprare?". L'italiano è un po' stentato, ma alla fine ci capiamo. "Vieni da me, io ce l'ho". Chiedo il prezzo. "Due grammi, venti euro". Sembra a buon mercato, anche se di certo sarà trattabile. "Hai anche roba un po' più pesante?". "No, solo fumo".
Due minuti e la transazione va a buon fine. Incontro un gruppetto di ragazzini, tra cui diversi stranieri. Gli chiedo come funziona lo spaccio qui intorno. Anche loro mi dicono che si può trovare facilmente qualunque sostanza, e che ogni etnia ha una sua sfera di competenza. Citano sudamericani, africani, marocchini, cinesi. Non si fanno riprendere o registrare, temono di avere a che fare "con uno sbirro". Non vogliono passare guai.
Alziamo un po' le pretese. Andiamo giù in vico Biscotti, a due passi da piazza delle Erbe, dove un anno fa uno spacciatore marocchino moriva sgozzato da un rivale nell'indifferenza generale. Stavolta vado a colpo sicuro. "Senti, vorrei comprare della cocaina. Sai chi me la può vendere?". Anche lui è un giovane africano e dopo alcuni secondi mi blocca: "Come ti chiami? È per te?". Gli spiego che è per un mio amico, arriverà tra poco. "Deve venire qui, subito, ce l'ho io". Passiamo quindi al lato economico. "Cinque grammi, facciamo 150 euro". È nervoso, chiede di far presto. Dopo averlo illuso, mi allontano.
La movida ora chiude presto, anche al sabato. Alle due si abbassano le saracinesche, non senza qualche mugugno. I commercianti - quelli regolari - ce l'hanno col Comune. I clienti si avviano verso casa. Per la 'roba', invece, non esistono orari né licenze. E nemmeno assessori intransigenti. Procurarsela è un gioco da ragazzi, anche se non conosci nessuno del settore. Basta chiedere qua e là. Facile come bere un bicchier d'acqua. O meglio, come usa da queste parti, un chupito.
cronaca
Genova, i vicoli del centro storico supermarket notturno della droga
Procurarsi stupefacenti è un gioco da ragazzi
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