Nell’area del Parco dell’Aveto, in Liguria, tra pascoli e faggete, vive un branco di cavalli selvaggi composto da una sessantina di esemplari, eredi di un piccolo gruppo di cavalli domestici abbandonati in natura circa vent’anni fa. L’incontro con i cavalli di razza bardigiana, che da decenni trascorrono le estati in alpeggio, ha permesso la riproduzione e la nascita di nuove famiglie di cavalli che, nell’ultimo decennio, non hanno mai avuto rapporti con l’uomo. Il loro comportamento in natura è del tutto assimilabile a quello dei Mustang delle praterie americane e della Mongolia. Il branco quindi si autogestisce durante le stagioni, seguendo i ritmi e gli insegnamenti della natura.
Per tutelarli arriva una proposta di legge firmata Gianni Pastorino, consgiliere regionale di Rete a SInistra. L'idea è quella di farne un vero e proprio 'Santuario dei cavalli': "Bisogna trovare un equilibrio tra biodiversità e vita delle comunità locali. Non neghiamo che la libera circolazione dei cavalli possa creare un problema, ma è un problema che può essere risolto con metodi non cruenti. E anzi può trasformarsi sia in un’opportunità per la ricerca scientifica, sia in un volano per l’economia del turismo rurale della zona. In questi anni centinaia di studenti provenienti da ogni parte dell’Europa sono saliti in Val d’Aveto per osservare i cavalli allo stato brado: l’interesse già esiste, occorre potenziarlo".
La proposta di legge mira a riconoscere lo status ad hoc di "cavalli selvaggi", quindi a ottenere da parte della Regione l'istituzione di un "Santuario" e insieme il censimento e il monitoraggio della popoazione, con un adeguato fondo per i comuni che si trovano a gestire la presenza dei branchi. "Il sistema delle catture finora impiegato non si è dimostrato efficace, non ha generato effetti positivi e ha prodotto soltanto spese evitabili", prosegue Pastorino.
Da un primo censimento condotto con l’Università degli studi di Genova è stato rilevato un numero di circa 60 individui, di cui circa 15-20 sarebbero esemplari vaganti appartenenti a privati, per cui i “selvaggi” in totale si aggirerebbero intorno ai 40 – 45 su un area di 25 chilometri quadrati. Dalle ricerche effettuate si è concluso che i cavalli dell’Aveto sono ormai parte integrante dell’ecosistema: in particolare la presenza dei branchi nell’area di Giacopiane risulta essere conservativa per gli habitat del SIC “Parco dell’Aveto”. Qui gli animali hanno molto più territorio a disposizione (rispetto a casi analoghi, come quello della Val Graveglia) e scendono verso quote più basse solo in inverno.
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La Val d'Aveto come il Wyoming: Pastorino lancia il 'Santuario dei Cavalli'
Una proposta di legge per tutelare gli esemplari selvaggi
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