cronaca

Attesa l'udienza pubblica in Corte Costituzionale
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Parte da Genova la battaglia per superare l'automatismo in base al quale il cognome trasmesso ai figli è quello paterno, anche in presenza di una diversa volontà dei genitori, lasciando a questi ultimi la possibilità di scegliere il cognome o di aggiungere a quello del padre anche quello della madre. È il tema di cui si discuterà domani in Corte Costituzionale nel corso dell'udienza pubblica.

La questione è stata sollevata dal Tribunale di Genova su istanza di una coppia che domani sarà rappresentata dai legali, Riccardo Passeggi e Simona Schivo. Giuliano Amato è il giudice costituzionale relatore della causa. La Presidenza del Consiglio non si è costituita a difesa dell'impianto attuale della normativa e anche questo è un segno che probabilmente I tempi sono maturi per un cambiamento e c'è un orientamento favorevole in tal senso.

Ha depositato atti a sostegno della richiesta dei ricorrenti anche l'associazione Rete per la parità, tramite la stessa Schivo e gli avvocati Antonella Anselmo e Massimo Clara. "Ci sono norme internazionali - spiega quest'ultimo - che il nostro ordinamento finora ha rifiutato di recepire e questo crea una discriminazione di genere, trattando il cognome paterno come quello di un 'casato' a cui si riserva maggior rilievo. In altri paesi, e il più noto è la Spagna, tutto questo è stato superato. Se la Corte accogliesse l'istanza, potrebbe essa stessa fissare dei criteri a cui attenersi oppure rivolgere un monito al legislatore perché legiferi".

Nessun problema burocratico, per esempio con le successioni? "È un aspetto che è stato richiamato - osserva Clara - anche in relazione ai nipoti, ma in realtà basta fissare una regola, per esempio lasciando ai genitori decidere qual è il primo e qual è il secondo cognome e stabilendo che si trasmette il primo".