Iniziamo un viaggio-reportage proprio da qui, attraverso i disagi del traffico e della sosta selvaggia: sì, perché dove c'è questo buco enorme dovrebbero esserci posteggi, a centinaia. Mai realizzati per contenziosi che paiono insanabili. Ormai tutti lo danno come un dato di fatto, che non si possa chiudere. Ma le auto ci sono lo stesso, e si passano quasi sopra tra i vialetti alberati all'interno.
All'ingresso è già un'avventura anche a piedi, tra transenne, buchi, asfalto che lascia a desiderare, e si arriva all'interno. Saliamo su uno dei bus gratuiti messi a disposizione dall'ospedale per muoversi all'interno. Affollatissimo. E chi meglio degli autisti può significare i problemi di circolazione? E lo fanno eccome, ce ne vuole di pazienza con quel volante tra le mani, e giralo, a destra e a sinistra, suona il clacson perché "c'è un'auto posteggiata laddove c'è a già strettissima curva, e per fortuna che il proprietario è a bordo e la sposta subito" tra le imprecazioni perché poi esce il parente dalla visita e non ti trova più ed è anziano e il cellulare non lo usa bene... che stress.
E intanto a bordo del bus, si prova a stare in equilibrio con il bimbo in braccio, con la carrozzina schiacciata tra la folla. Ops, un'inchiodata, perché ci sono i motorini ai lati della strada già strettissima. Prendiamo fiato, prendete fiato. E' solo l'inizio. Domani continua... ma non siamo al cinema, peccato.
IL COMMENTO
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