
“La povertà in città non è diminuita, anzi, è aumentata del 5% – rivela Francesco Catani, condirettore della Caritas genovese – Nei quartieri agiati registriamo in effetti una diminuzione: ci sono meno casi, ma più difficili perché sono persone non abituate e quindi meno strutturate. Ma in zone come Sampierdarena, il centro storico, Cornigliano, Begato c’è stato un aumento”. I casi seguiti sono passati da 8.600 a 9.760 in un anno. Altro che fine della crisi.
E per la serie ‘nuovi poveri’, ecco spuntare categorie che nessuno si aspetterebbe mai. Dagli studi notarili ai vari professionisti, oggi si fa presto a finire sul lastrico. “Ad esempio non si fanno molti acquisti di appartamenti, gli studi hanno meno lavoro e riducono il personale. Sono piccoli numeri, ma è comunque il segnale che qualcosa sta cambiando”, continua Catani.
Qualche segnale positivo arriva dagli appartamenti. L’emergenza casa è tutt’altro che risolta, ma almeno il numero di sfratti è calato da circa 900 a poco più di 800. L’auspicio per il 2017? “Serve un serio programma per dare possibilità di lavoro alle persone che l’hanno perso nella fascia critica”, dice Catani. Aiutare sì, ma l’importante è poter di nuovo camminare con le proprie gambe.
IL COMMENTO
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