Ecco il programma:
- ore 16 - area Mandraccio Porto Antico: partenza del corteo con l’Abate del Popolo e gruppi storici, con percorso piazza Caricamento, via Frate Oliverio, piazza della Raibetta, via San Lorenzo, via Petrarca. In attesa del corteo storico, in piazza De Ferrari, musiche e danze del Gruppo Folclorico Città di Genova
- ore 16.45 - piazza De Ferrari: arrivo del corteo storico. Esibizione degli sbandieratori dei Sestieri di Lavagna e combattimenti della Compagnia Balestrieri del Mandraccio
- ore 17 - incontro dell’Abate del popolo (il presidente di A Compagna Franco Bampi) con il Doge (il sindaco Marco Doria) e offerta del tradizionale Confeugo. Dopo il tradizionale scambio di saluti con la storica formula “Ben trovou messê ro Duxe” (Ben ritrovato Messer Doge), ricevendone come risposta “Benvegnuo messê l’Abbou” (Benvenuto Messer Abate), l’Abate offrirà al Doge il tradizionale “Confeugo” che verrà acceso al rintocco del “Campanon do Paxo” (la campana del Palazzo Ducale, collocata sulla Torre Grimaldina) in un suggestivo contesto coreografico
- ore 17.15 - nel Salone del Maggior Consiglio: l’Abate del Popolo, come da tradizione, elencherà al Doge tutti i problemi insoluti della città, con molte raccomandazioni e l'augurio che ne venga tenuto conto.
A cornice della cerimonia, nel Salone del Maggior Consiglio, si svolgeranno alcune esecuzioni musicali:
- un omaggio musicale a Eugenio Montale, con l’esibizione delle Quattro Chitarre di Genova che presenteranno un programma dal titolo “Canto d’amore corrisposto” dove la musica di Fabrizio De André incontra la poesia di Eugenio Montale
- a seguire, armonie natalizie con il circolo mandolinistico “Il Risveglio” diretto dal Eliano Calamaro accompagnato dal Coro VeteraNova diretto da Silvio Maggiolo e danze popolari a cura del Gruppo Folcloristico Città di Genova. Presenta il “Cintraco” Gilberto Volpara.
LA STORIA
Il Confeugo riprende un’antica tradizione della Repubblica di Genova, documentata dal secolo XIV, ma probabilmente più antica risalendo presumibilmente al Medioevo, forse all’epoca del Comune del Popolo (XII secolo). Consisteva nell’omaggio da parte dell’Abate, che rappresentava il Popolo, alle massime Autorità di un grosso tronco di alloro, ricoperto di rami. Ne furono destinatari nel corso del tempo, prima il Podestà, poi il Capitano del Popolo e infine il Doge.
Esistono testimonianze del fatto che il corteo partisse dalla Valle del Bisagno e attraverso il Ponte di Sant’Agata percorresse le attuali via San Vincenzo, Via Porta d’Archi, vico Dritto Ponticello, Porta Sant’Andrea fino ad arrivare al Palazzo del Governo, l’attuale Palazzo Ducale.
Davanti al Ducale l’Abate si rivolgeva al Doge pronunciando le seguenti frasi: “Bentrovou Messê ro Duxe” e il Doge rispondeva: “Benvegnuo Messê l’Abbou”. In tarda serata il Doge e il suo seguito appiccavano fuoco all’alloro, per buon auspicio, e vi gettavano sopra un vaso di vino e lo addolcivano con confetti e zucchero. I presenti cercavano di portare a casa un tizzone come amuleto.
La Cerimonia venne sospesa nel Settecento e ripresa nel 1923 dall’associazione A Compagna, nata in quell’anno per la tutela e la conservazione della cultura e delle tradizioni genovesi, per esser nuovamente interrotta nel 1937. Da allora è il presidente della Compagna che impersona l’Abate del Popolo, portando il tradizionale tronco d’alloro al Sindaco. Dal 1951 la Cerimonia è continuata di anno in anno sempre con l'offerta di una pianta di alloro, adorna dei colori rosso e bianco, completata con il falò rituale di un fascio di alloro ed uno scambio di auguri contornato da commenti sugli avvenimenti dell’anno trascorso e impegni e richieste per l’anno a venire.
IL COMMENTO
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