
E’ stato un silenzioso ma inesorabile lavoro che, tra un porcino (raro) e un galletto (più semplice) ha rinsaldato amicizie e compatibilità che erano andate in sonno dopo la disfatta che il gruppo aveva guadagnato alle elezioni regionali, suscitando l’ira di Luca Lotti e Lorenzo Guerini che si erano abbondantemente spesi appoggiando questi notabili liguri.
Checché ne dicano gli altri dirigenti che alimentano altre correnti e correntine, questi resuscitati oggi danno fastidio, soprattutto agli altri renziani, issimi o non issimi. Regazzoni, intanto, segna ogni giorno che passa una frattura in progress con la sua madrina politica, proprio la Lella e dialoga anche con la parte maggioritaria del Pd genovese, quella divisa tra Pippo Rossetti e Alessandro Terrile.
Un casino generale che rischia di diventare drammatico se, come chiede il partito a Roma, si dovesse fare il congresso a fine febbraio per scegliere il nuovo segretario regionale che libererà il commissario Ermini, ansioso di non varcare mai più il passo del Bracco dal calvario genovese, se non per venire a comprarsi una cravatta da Finollo o mangiare buone trenette al pesto dai Panizza.
Intanto ognuno alimenta il pentolone degli ipotetici candidati-sindaco. Gli ultimi soffi sussurrano nomi improbabili: vicini di casa, amici di famiglia, parenti alla lontana.
IL COMMENTO
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Partito del no, del si e magari del ni. Uffa che barba di campagna elettorale