E' vero quanto dice Merlo, consulente Rai, parlando della sua situazione e di quella del direttore editoriale Verdelli (leggi). Entrambi si sono dimessi in questi giorni lamentando "stalking corporativo da parte di sindacato, Cda e commissione di Vigilanza". Hanno tentato di cambiare la Rai, di accorpare le sedi regionali e sono stati fatti fuori.
Frasi pesanti le sue, ma molto realistiche: "il rapporto malato tra informazione e politica, in Rai ha la sua sublimazione". E ancora: "La Rai è la sintesi hegeliana di tutti i giornali di partito. Tutto parte dalle sedi regionali che sono piccole 'fabbriche del sistema dei partiti". Ma al di là delle dichiarazioni su un sistema marcio, è giusto spiegare alcune assurdità di quanto sta avvenendo tra Rai e Governo.
E' passato quasi un anno dalla scadenza (6 maggio 2015) della concessione del servizio pubblico ventennale alla Rai e, sebbene in Europa non esista la pratica della proroga delle concessioni, in Italia siamo al terzo rinvio senza alcuna spiegazione. E nell'indifferenza totale. Infatti nel decreto Milleproroghe di fine anno viene inserita una nuova dilazione ancora di 3 mesi, portando la concessione da fine gennaio a fine aprile.
Il Governo non ha ancora presentato la Convenzione che dovrebbe indicare con chiarezza quello che chiede al concessionario di fare, gli obiettivi, come interpretare il "servizio pubblico", con quanti canali (oggi 15, un record mondiale), con quanti tg si deve coprire il servizio. Successivamente, questa convenzione deve passare al vaglio della Commissione interparlamentare di Vigilanza e poi, sulla base di quanto definito, viene affidata la concessione che dovrebbe passare da gara.
E' davvero incredibile come si possa andare avanti ipotizzando piani news, prima quello di Gubitosi e ora del direttore Verdelli che ha rinunciato dimettendosi dopo aver subito le critiche del Cda. Ma come si fa a fare un piano news o un piano industriale senza la convenzione nella quale il Governo dovrebbe con chiarezza dire all'azienda quello che strada prendere? E' come progettare una macchina senza ancora sapere se dovrà andare a benzina, gasolio o energia elettrica.
I partiti che hanno espresso presidente, consiglieri e direttore generale sono tornati a scannarsi per il controllo della Rai. Tutti chiedono spazi di informazione e favori per produttori, amici e dirigenti pagati dai cittadini ignari di questo aspetto che è il vero collante che accomuna tutti - maggioranze e opposizioni - con dentro al calderone ormai anche i 5 Stelle, entrati nella spartizione degli spazi di comunicazione secondo un nuovo manuale Cencelli.
Si è perso il senso del costo spropositato di questo gigantesco 'finanziamento dei partiti' che sono concordi nel far pagare ai cittadini i loro spazi di comunicazione. Ovvio che il sistema di potere trasversale della Rai governato da dirigenti, direttori, potentissimi sindacati al servizio di tutti e di nessuno ha abilmente sfruttato questo guazzabuglio per mantenere l'assetto storico, le rendite di posizione. Intanto grava tutto sulle spalle dei cittadini che pagano produzioni e canali totalmente inutili, che nulla hanno a che fare con il servizio pubblico.
Gli sperperi sono enormi, come è noto, e peraltro non è mai stato detto per quale ragione non si proceda aduna gara per l'assegnazione del servizio pubblico. E sia chiaro che le normative comunitarie prevedono che per evitare la gara bisogna che sia esplicitato nelle norme per quale ragione quel determinato servizio pubblico può essere svolto SOLO da uno specifico soggetto.
In questo caso, viene sostenuto "dalla Rai". Non è mai stato detto però, forse perché è difficile o impossibile dare una spiegazione che abbia un senso. E ormai peraltro le prove che ci sono altri soggetti in grado di svolgerlo anche molto meglio e a costi enormemente inferiore sono sotto gli occhi di tutti, sia a livello nazionale che regionale.
Riepilogando: proroghe da 1 anno illegittime, manca la convenzione, non può essere quindi firmata la concessione, non e' spiegato perché sarebbe solo la Rai il soggetto che possa fornire il servizio pubblico, quasi 3 miliardi dei cittadini all'anno finiscono nel carrozzone Rai distribuiti spesso senza gare di appalto, cali di ascolto e risse esasperate interne ed esterne alla Rai, dimissioni del direttore editoriale e direttore generale sotto assedio, mission del servizio pubblico dei prossimi 10 anni ancora sconosciuta.
Se va tutto bene cosi ai partiti, compreso il Movimento 5 Stelle, appagato ora che ha ottenuto ampi spazi informativi, non resta che rassegnarsi. Ma lo dico ai cittadini che pagano il canone: guardate i canali Rai e cosa viene messo in onda. Pensate che paghiamo 30 miliardi (TRENTA MILIARDI DI EURO) in 10 anni, ossia: 3 miliardi all'anno, 8 milioni al giorno, 350mila euro all'ora... per avere questo cosidetto servizio pubblico che vogliono continuare a farci pagare per i prossimi dieci anni. Che schifo!
*Componente della Commissione di Vigilanza Rai
politica
30 miliardi di euro dei cittadini per una Rai serva di tutti i partiti
E il Governo non ha ancora presentato la Convenzione
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