politica

L'editoriale
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Il treno che collega Roma Termini con Genova in meno di 4 ore è una realtà. In pochi avrebbero scommesso sulla conclusione positiva di un’azione collettiva della cosiddetta ‘società civile’. La genesi del nuovo collegamento infatti va trovata in quella lettera di protesta firmata da oltre 40 tra imprenditori e detentori di cariche pubbliche indirizzata al ministro Graziano Delrio. Un appello promosso dal senatore Maurizio Rossi “per rompere le catene di un isolamento infrastrutturale che sta uccidendo l’economia ligure”. Gliene va dato atto. Ora le carrozze del nuovo treno sono pronte per riempirsi di vincitori dell’ultima ora.

Un convoglio ferroviario che collega più rapidamente le varie destinazioni porta benefici sul territorio di partenza, intermedio e d’arrivo.  E’ un’equazione a prova di Massimo Catalano, protagonista di ‘Quelli della notte’ e conosciuto per le sue ‘teorie dell’ovvio’. E a usufruirne non sarà soltanto la destinazione finale, in questo caso Roma per chi va verso Sud o Genova per chi prende la direzione opposta.

Il Freccia Argento che partirà il 24 gennaio è una manna dal cielo per i pendolari tra Genova e La Spezia. Soprattutto all’andata a trarne vantaggio saranno medici, militari, impiegati che così guadagnano tempo. A questo bisogna aggiungere che finalmente si concretizza un collegamento diretto con Firenze. Un asso nella manica per l’aeroporto, ad esempio, che potrebbe giocarsi la carta della vicinanza ulteriore per attirare turisti anche a Genova (soprattutto americani). Aggiungiamo che il nodo di Firenze è fondamentale poi per chi dovrà proseguire il viaggio verso Bologna o la riviera adriatica.

L’utilità del nuovo collegamento – e l’importanza della battaglia nata dalla perseveranza di Rossi e dei 40 irriducibili – non può essere messa in discussione. Ma un nemico c’è: l’abitudine del viaggiatore da un lato e la scarsa promozione dall’altro. Tra sei mesi Trenitalia potrebbe decidere di sopprimere la tratta qualora ravvisasse quella che definisce come l’assenza di mercato. Il futuro del Freccia Argento è quindi nelle mani – e nelle tasche – degli utenti. Sperando che Trenitalia investa tempo e denaro per sostenere nella maniera adeguata (e con i pacchetti giusti) quel treno che nasce da un desiderio: la Liguria meno isolata.