
ALLARME A PRINCIPE - A destare l'attenzione in piazza Acquaverde è stato una borsa abbandonato vicino al chiosco bar. L'allarme è stato dato da alcuni passanti che lo hanno notato. Evacuata per precauzione la zona del fabbricato ferroviario. Sul posto vigili del fuoco, 118 e artificieri. Chiuse per diversi minuti piazza Acquaverde e tutte le vie di accesso: via Balbi, via Doria e salita Provvidenza. Fatto brillare il pacco per sicurezza, al suo interno però non c'era nulla di pericoloso.
La borsa era di un operaio trasfertista che l'aveva dimenticato in un bar davanti alla stazione Principe. Quando è tornato ha appreso che era stata fatta saltare dagli artificieri allertati perchè si pensava che il bagaglio potesse contenere esplosivo. Danneggiati quasi tutti i vestiti e alcuni documenti: l'operaio, 47 anni, dipendente di una ditta che lavora per le Ferrovie, originario di Pozzallo (Ragusa), quando è tornato a riprendersi la valigia e si è accorto cosa era accaduto si è messo le mani al volto disperato: "Avevo fretta e per questo mi sono dimenticato la valigia" ha spiegato affranto.
LA BUSTA SOSPETTA - In pieno centro, invece, l'allarme è scattato per una busta indirizzata al sindaco Doria, contenente una bottiglia con liquido sospetto. Sul posto sono intervenuti vigili del fuoco, polizia municipale, polizia, carabinieri e artificieri, sinsieme ai tecnici dell'Arpal e la Digos. Evacuati il primo e il secondo piano del civico 10, dove hanno sede diversi uffici del Comune.
A dare l'allarme sono stati gli impiegati dell'Archivio generale - Ufficio protocollo che hanno allertato la segreteria del sindaco e avvertito le forze dell'ordine. La busta è stata sequestrata per analizzarne il contenuto, e verrà inviata a un centro specializzato di Torino. Le prime analisi condotte da Arpal non hanno ravvisato elementi tossici nell'aria.
INVIATA DA ROMA - Il plico è stato inviato alle 18,46 della sera del 4 gennaio dalle Poste di Roma di via Porta Angelica. Si tratta di uno dei più grandi sportelli postali della Capitale situato di fronte a Città del Vaticano. Per spedirlo sono stati pagati 3,50 euro. Per non lasciare vuoto lo spazio del mittente e insospettire l'impiegato, l'autore della missiva al posto del nome del mittente ha tracciato degli scarabocchi in cui si legge solo 'Secolo XIX'.
FRASI INDICEFIBRABILI - Dentro la busta, sul foglio che fascia la bottiglietta invece ci sono frasi indecifrabili dove si legge la parola 'Grosseto'. Le procedure di invio del plico sono avvenute sotto le telecamere dell'ufficio postale visto che lo sportello è munito di un sistema di sorveglianza. Questo particolare potrebbe consentire ai poliziotti della Digos di identificare chi ha inviato la missiva.
LE INDAGINI - Secondo una prima lettura, sarebbe esclusa la pista anarchica mentre gli inquirenti propendono per il gesto di un 'cane sciolto' o di uno squilibrato. La bottiglietta, a piena di un liquido trasparente, dopo essere stata sistemata dai tecnici dell'Arpal in un biobox è stata inviata per le analisi a un centro batteriologico di Torino. I primi accertamenti svolti dal nucleo Btc dei pompieri e dagli artificieri della polizia hanno escluso che nella bottiglia vi possano essere sostanze radioattive o esplosive.
IL COMMENTO
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