Il nuovo ministro dell´Interno aveva convocato una riunione informale con persone esperte e professionali per discutere del tema “La possibile relazione tra terrorismo e criminalità organizzata”. In una sala con vetrate liberty del Viminale si erano trovati seduti fianco a fianco Ferruccio Falsopepe, il commissario dei romanzi di Mario Paternostro e Franco Soneri, l’ombroso protagonista della popolare serie tv di Valerio Varesi.
Si conoscevano da tempo, si erano incontrati più volte, anche nella soleggiata Genova come nella nebbiosa Parma.
La riunione fu un disastro, pochi elementi di conoscenza del fenomeno vennero forniti dal ministro, le opinioni degli esperti divergevano, la sintesi era impossibile. Il ministro concluse con poche parole di rito la discussione. La delusione e la noia erano visibili. Per risollevare i relativi umori Falsopepe e Soneri decisero di chiedere aiuto ad un piatto di carbonara e optarono per una trattoria a fianco di Sant'Andrea della Valle.
Vi aleggiavano degli spiriti di Floria Tosca e Mario Cavaradossi oltre a quello del loro quasi collega barone Scarpia. E lì davanti a degli spaghetti fumanti, interrompendo bruscamente i reciproci complimenti rivolti alle loro belle città, Falsopepe chiede a Soneri: “Perché i cittadini di una città storicamente amministrata da partiti consolidati si rivolgono a movimenti senza storia e senza esperienza amministrativa?”. Soneri sorpreso lanciò uno sguardo all´invitante guanciale che rischiava di raffreddarsi e cominciò a rispondere...
Cosa disse a Falsopepe non lo so. Però su quel tema ho qualche opinione, avendo visto da vicino (Bologna) il cambio avvenuto a Parma in un quadro politico molto diverso dall´attuale, e vivendo oggi a Genova dove il cambio potrebbe accadere. Premesso che analoga attenzione bisognerebbe dare al fenomeno negativo del non voto, comportamento estremo di chi nutre il sentimento di ripulsa verso la politica, per il momento mi limito a commentare l'affluenza verso i movimenti senza passato. La perdita di capacità di attrarre che ha colpito “le vecchie famiglie politiche” ha, secondo me, due ragioni prevalenti.
La prima riguarda la distanza tra la realtà e i contenuti della “narrazione”, come viene chiamata oggi l´esplicitazione dei fatti. Più divergono le due punte della forbice e più si riduce la credibilità dei narratori, qualunque sia la loro abilità comunicativa. Non ammettere i propri errori, nascondere i ritardi o cancellare il non fatto (come capitò a più riprese anche a Parma) provoca la progressiva perdita di fiducia del cittadino-elettore nei confronti del cittadino-amministratore. La seconda ragione è insita nel profilo, nella storia delle candidate e dei candidati che vengono scelti e messi in campo. Quando questi sono figli di una storia partitica, il loro fascino precipita. Non importa quale sia il loro valore. Prevale il giudizio negativo sulle famiglie politiche (e sui loro figli).
Anche questo capitò a Parma, dove “il giovane ignoto” venne preferito allo sperimentato amministratore. E a Genova, in queste settimane? Il clima politico è simile a quello della nebbiosa Parma di Soneri (e Pizzarotti). Per questo credo che sia utile un´operazione verità (una valutazione non giustificativa) sul tempo recente e la ricerca di una candidatura “civica”, di persona capace, che sappia di politica ma che non sia il prodotto dei partiti. Con tutto il rispetto per tutti coloro che ancora, per fortuna, lavorano per i partiti.
*Parlamentare europeo
politica
Le "vecchie famiglie politiche" e i movimenti senza passato
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