
In meno di un anno sono emersi numerosi casi di medici, infermieri e dipendenti che facevano analisi a scrocco per loro stessi o per familiari e amici. Sono almeno 700 gli esami su cui si indaga. I militari hanno sequestrato cartelle cliniche e altra documentazione medica. Gli investigatori ritengono che per non pagare la tassa sanitaria venisse usato un espediente: il paziente "a sbafo" veniva fatto figurare come ricoverato in day hospital o in day surgery.
PROVVEDIMENTI DISCIPLINARI AL VIA - "Abbiamo avviato provvedimenti di recupero crediti e azioni disciplinari, alcune sono interrotte in attesa delle decisioni della magistratura. Capisco che si possa definire queste abitudini apparentemente molto italiche, ma queste sono abitudini che non vanno bene, danneggiano tutta la comunità e danneggiano il buon nome dell'ospedale San Martino-Ist di Genova, della Liguria e del Paese. Insomma, giustificare non va bene". Così Giovanni Ucci, direttore generale ospedale San Martino Ist dallo scorso autunno, commenta con amarezza l'indagine sui "furbetti delle analisi". E conclude: "Il problema non è tanto la somma, quanto il comportamento inappropriato dei dipendenti".
PASSWORD E COSTI - Una parte degli esami non pagati compiuti da lavoratori dell'Ospedale San Martino di Genova e da loro conoscenti sarebbe stata prenotata al computer con password di dipendenti del nosocomio assenti. E' uno dei retroscena che sta emergendo nell'indagine sui "furbetti delle analisi" a Genova, con ipotesi di forzatura e abusi sul sistema informatico dell'ospedale e dell'istituto di ricerca sul cancro. Le prime, sommarie stime, da verificare, indicherebbero una cifra di circa 800 mila euro per esami non pagati, di cui 80-100 mila per analisi a famigliari e conoscenti dei dipendenti.
IL COMMENTO
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