
Con 'Campo progressista' possiamo dire che l'operazione Pisapia sbarca a Genova?
Credo che in tutta Italia ci siano tantissime realtà sociali che sentono il bisogno di avere una casa, un luogo di confronto, avendo poca fiducia nei partiti professionali, questo è il campo progressista. Creare una nuova classe dirigente, senza la rottamazione, perché l'esperienza serve, ma con una rotazione di incarichi che faccia nascere facce nuove.
Cos'è che lega Pisapia a Doria?
Anzitutto una grande amicizia e fiducia, credo reciproca, e la comune esperienza di essersi messi a disposizione della città rinunciando alla professione e soprattutto a ciò che si ama di più, dicendo che è giusto mettersi in campo nel momento in cui si può fare qualcosa per la propria comunità.
Spesso siete citati come esempio di outsider, lei ha portato a termine il mandato con discreto successo. Secondo lei il mandato di Doria ha avuto lo stesso successo?
Intanto è stato per Genova una novità, eletto con primarie partecipate. Sull'operato da sindaco non do e non darò mai giudizi, che facciano parte della mia coalizione o siano avversari, perché bisogna conoscere la realtà. So che ha fatto cose buone, ci siamo sentiti spesso in questi anni.
Se lei potesse aiutare Genova con una bacchetta magica cosa farebbe?
Non sono in grado di dirlo, in ogni città ci sono tematiche diverse. La coperta è corta, gli enti locali italiani hanno subito tagli enormi. Ci sono tante cose da fare, il sindaco deve avere il coraggio di fare scelte guardando al presente e al futuro, sapendo guardare avanti ma anche tornare indietro. Sia io che Doria le nostre decisioni le abbiamo prese sempre sentendo i diretti interessati, non solo i cittadini ma anche le categorie intermedie, come i sindacati e il porto.
Sembra che Campo progressista parli con lo stesso linguaggio di Renzi: sindaci in prima linea è il vostro slogan...
Dobbiamo tener conto che ci sono tantissime persone che vogliono un centrosinistra ampio, forte e aperto al civismo capace di tener conto della realtà effettiva e dando risposte al Paese. Anche Renzi è partito dai sindaci, ma oltre ai sindaci bisogna partire dalle realtà territoriali in rete.
Viste da Milano, Genova e la Liguria sembrano isolate? Un'ora e mezza per 130 chilometri è una cosa fuori dal mondo...
È un'assurdità, ma sono stati fatti passi avanti. Un treno in grado di raggiungere Milano da Genova in 50 minuti è raggiungibile, so che non è facile, ma è fondamentale per fare forza, creare sviluppo e dare risposta ai grandi problemi d'Italia, la povertà, la disoccupazione. È quello che è successo a Torino, collegata con Milano in 40 minuti.
A Genova si avvicinano le comunali, ma si avvicinano anche le politiche. Campo progressista che obiettivo si pone?
Formare o contribuire a una coalzione di centrosinistra, o sinistra-centro, all'interno della quale ci siano liste civiche legate ai territori e i partiti, ma capace soprattutto di restituire speranza e partecipazione ai giovani. Una delle cose più belle che sto vivendo sono le tantissime richieste che ricevo da giovani che spesso non sono iscritti al partito che mi chiedono di fare lezioni sul tema dell'amministrazione e della buona politica
Marco Doria sarà il rappresentante di Campo progressista a Genova?
Lo spero, lo auspico. La sensibilità che ci accomuna mi fa dire che c'è grande solidarietà ma anche capacità di confronto.
Per candidarlo come sindaco?
Quando prenderò la residenza a Genova le darò la risposta.
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