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"Sappiamo come si fa". Al leader M5s: "Pregiudicato spregiudicato"
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Matteo Renzi torna e va all'attacco. Dopo la sentenza della Consulta l'unico modo per "evitare il caos" è ottenere il 40% (la soglia oltre la quale si ottiene il premio di maggioranza alla Camera ndr) e il Pd "sa come si fa". Lo stesso obiettivo è però quello del Movimento cinque stelle. E, non a caso, l'ex presidente del consiglio, dall'assemblea degli amministratori Dem mette nel mirino proprio lui: "un pregiudicato spregiudicato". Parole alle quali non manca la replica del leader M5s con un tweet: "A Renzi è rimasto solo l'insulto. Se è così sicuro di vincere faccia dimettere Gentiloni e subito al voto!"

"Il compito della politica non è enunciare problemi ma risolverli,
è inutile che dall'ultimo villaggio turistico alla moda in Africa, l'ultimo dell'anno, mi arriva lo spregiudicato pregiudicato a dire che il problema è la povertà. Vinciamo le elezioni confrontandoci sui contenuti e le idee, continuare a dire solo quali sono problemi e non le soluzioni può pagare a livello elettorale solo se noi siamo pigri, se giochiamo sulla difensiva". Così Matteo Renzi attacca Beppe Grillo dal palco di Rimini.

"Il punto - dice Renzi - non è il giorno delle elezioni, se votiamo con la legge della Consulta o la legge x o y, sono specchietti per le allodolole. La questione reale è che il mondo cambia ad un ritmo talmente impressionate che o il Pd, prima comunità politica del paese, prova a giocare un ruolo di proposta o stiamo diventando il luogo in cui qualcuno fa un servizio per un certo periodo, pensa al proprio io e l'Italia gioca una partita di serie B".

"Noi siamo contrari ai grandi inciuci ma non possiamo essere accusati di essere i custodi di un eccesso di semplificazioni e ora complici di complicazioni. Per evitare il caos c'è un modo molto semplice: arrivare al 40 per cento, noi una volta ci siamo arrivati alle europee e le abbiamo vinte, l'altra volta è quando abbiamo perso. Sappiamo come si fa, non so se ce la faremo".

"Con buona pace di qualche compagno interno la competizione sarà a tre: il gruppo di Grillo, un'area di destra, vedremo se faranno accordi, un'area più legata al Ppe o se Berlusconi e Salvini si rimetteranno insieme. E poi ci sarà un'area variamente intesa che è l'area di chi invece di stare ad urlare alle sirene del Mediterraneo, di giocare allo sfascio vuole offrire proposte concrete, puntuali, anche avendo l'orgoglio di ciò che facciamo".

"A chi dice che dopo il 4 dicembre non è cambiato niente ricordo che oggi tutti sono preoccupati per le larghe intese mentre prima c'era il rischio deriva autoritaria. O si ha paura dell'uomo solo al comando o delle larghe intese, di tutti e due non possibile".