cronaca

Indagini durate due anni sui passeur di Ventimiglia
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Maxi operazione della Polizia di Stato contro il fenomeno del traffico dei migranti. E' stata sgominata in Lombardia una banda di presunti trafficanti operante a livello internazionale.

Le persone arrestate sono quasi tutte di nazionalità straniera. Le operazioni, coordinate e dirette dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Milano, hanno interessato diverse province, nonché la zona di frontiera di Ventimiglia. Le indagini, partite dal Cremonese e durate quasi due anni seguendo i tentativi di reclutamento di passeur per la Francia, sono state svolte dalla Squadra Mobile.

Sono 34, in Italia e all'estero, i destinatari dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere. "L'organizzazione aveva persone che li avvertivano dei nuovi sbarchi in Sicilia - ha riferito a Milano il procuratore aggiunto Ilda Boccassini -. I viaggi potevano costare dai 500 ai mille euro dalla Sicilia alla Francia, oppure un centinaio di euro per attraversare la frontiera. Abbiamo documentato 62 viaggi, in alcuni casi erano furgoni con 40 persone stipate all'interno in condizioni disumane".

Al vertice dell' organizzazione vi erano egiziani, ma avevano complici somali, afgani, tunisini, eritrei, ovvero tutte le nazionalità dei migranti. Coinvolti anche italiani, che avevano però un ruolo marginale all'interno dell'associazione e che si occupavano dei trasporti in auto da Ventimiglia.

"È interessante notare che non c'è un'unica etnia che si occupava dei viaggi - ha precisato Boccassini - ma siamo di fronte a una globalizzazione del male". I punti di raccolta dei migranti erano attorno alla stazione Centrale di Milano. Gli "scafisti di terra" istruivano i migranti per affrontare il viaggio in treno fino a Ventimiglia: la prima regola era disperdersi per non dare nell'occhio, la seconda era di non parlare mai con i passeur che li accompagnavano in altri vagoni.

A Imperia sono finiti in manette passeur in prevalenza afgani, albanesi, egiziani e del Burkina Faso. Gli ultimi ad essere arrestati, in ordine di tempo, sono due cugini albanesi, Neri e Redon Shametaj, di 21 e 22 anni, che pochi giorni fa a bordo di un furgone hanno tentato di trasportare 41 migranti africani tra i 20 e i 30 anni in condizioni proibitive, chiusi nel cassone posteriore con la porta assicurata da un lucchetto.

I due, che sono accusati di favoreggiamento con l'aggravante del trattamento disumano, rischiano pene dai 5 ai 15 anni. In un primo tempo, gli agenti hanno arrestato Neri (il passeggero), mentre venerdì scorso hanno catturato anche Redon che era riuscito a fuggire la notte del fermo del veicolo. "Questi viaggi - ha detto il questore di Imperia Leopoldo Laricchia - venivano resi possibili da un'organizzazione". L'indagine , ha aggiunto il capo della Mobile di Imperia Giuseppe Lodeserto "ha disarticolato un'organizzazione criminale transnazionale".