porti e logistica

Reazione sdegnata del numero uno dei carbunè
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Non si placano le reazioni al decesso dell’emendamento che, trattenendo parte delle tasse portuali di Genova, aiutava le compagnie Culmv e Pietro Chiesa a non chiudere in rosso i conti, garantendo la flessibilità che consente chiamate in qualsiasi giorno e ora, in cambio di una diminuzione dell’organico.


L’onorevole Tullo, ha parlato di possibile configurazione di aiuti di Stato per spiegare l’affondamento. La reazione di Tirreno Bianchi, numero uno dei carbunè, è sdegnata:  “Non capisco come faceva ad essere aiuto di Stato visto che era a costo zero per lo Stato. E allora quelli a Taranto e Gioia Tauro, che cosa sono? Quelli sì… A Gioia Tauro c’è un solo terminalista che aveva 1000 dipendenti ed era in crisi: lo stato si è preso in carico 400 persone e ha creato un’agenzia ad hoc.  Ci prendono in giro? - prosegue Bianchi  - A Genova c’è un problema strutturale ma non si risolve mai, perché qualcuno paga sempre. Teniamo conto che noi garantiamo flessibilità ma ad esempio l’Istituto del mancato avviamento lo pagano in parte i lavoratori e le compagnie e in parte lo Stato e i terminalisti non pagano nulla” chiude, auspicando che il provvedimento bocciato possa essere inserito in qualche altro decreto. 


In dubbio c’è la pace sociale, che a Genova è stata sempre più che precaria. Sul tema è intervenuto anche il cardinale Bagnasco, a margine della presentazione dei nuovi mezzi dei piloti del porto, che sostituiscono quelli affondati dopo l’incidente del 2013.