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Riunione con Margini e Burlando: privati subito al 49%
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Una nuova delibera che sancisca da subito l'aggregazione Amiu-Iren col socio privato al 49%, mantenendo il controllo pubblico. E contemporaneamente aprire una campagna di informazione e mobilitazione in città con un'iniziativa pubblica per spiegare ai cittadini, alle associazioni di categoria e agli stessi lavoratori di Amiu le conseguenze della mancata approvazione della delibera di indirizzo sull'aggregazione dell'azienda dei rifiuti del Comune di Genova con Iren Ambiente.

È questa la linea del Pd genovese, definita in una riunione della segreteria allargata ai consiglieri comunali, regionali e ai presidenti di municipio a cui hanno partecipato anche l'ex governatore Claudio Burlando e l'ex vicesindaco Mario Margini.

"Con la bocciatura della delibera - spiega il segretario del Pd genovese Alessandro Terrile - l'aumento della Tari per il prossimo anno sarà del 20% e non del 4% percentuale che già aveva suscitato l'ira delle associazioni del commercio. Inoltre i 31 precari non saranno assunti e ai dipendenti di Amiu non sarà più pagata la parte dello stipendio legata al contratto integrativo, per non parlare del fatto che l'azienda andrà a gara nel 2020 e senza un partner rischia di non vincerla".

Parallelamente alla 'campagna mediatica' la giunta rimetterà mano alla delibera per riportarla in consiglio comunale insieme alla discussione sul bilancio che deve essere approvato entro il 31 marzo. Nel progetto della giunta, condiviso dal Pd, non si tratterà più di una delibera di indirizzo che autorizza a trattare con Iren, ma della delibera che sancisce l'aggregazione societaria nella sua prima fase, dove il Comune manterrà il 51% e Iren il 49%.

Il punto è come recuperare i sei voti che sono mancati martedì: per questo da domani cominceranno incontri informali con i gruppi e i consiglieri che potrebbero modificare il loro voto facendo leva anche su quello che il Pd chiama "senso di responsabilità nei confronti della città" e in particolare la Lista Musso, i tre consiglieri di Percorso comune e il consigliere di Possibile Giampaolo Malatesta.

Ma non è escluso che ci ripensino anche Marianna Pederzolli e Clizia Nicolella, le due consigliere di Lista Doria che hanno detto no. "Il nostro voto contrario è stato un voto di merito. L'aggregazione proposta dalla giunta non garantiva adeguati elementi di controllo pubblico e si è scelto di perseguire un'operazione cucita su misura su Iren, senza verificare le strade alternative che avevamo indicato. Abbiamo chiesto al sindaco, fin dal 2014, di verificare la possibilità di ricorrere al project financing, oppure di accedere a bandi europei per reperire i 60 milioni necessari. Il Comune ha un bilancio annuale di circa 800 milioni, e negli ultimi anni abbiamo ridotto il debito per circa 20 milioni l'anno. Soldi che, con una programmazione diversa, avremmo potuto spendere in modo differente. Purtroppo in questi anni non ci è stato riportato nulla dei tentativi di percorrere strade diverse all'aggregazione con Iren. Ed è su questo punto e su questo percorso che abbiamo espresso la nostra contrarietà".