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A Genova e La Spezia molti fanno già riferimento a lui
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Dice di non essere il candidato della minoranza perché non servirebbe ad evitare la scissione, ma sembra ormai pronto a proporsi come alternativa a Matteo Renzi per la guida del partito democratico. Lo spezzino Andrea Orlando, dopo i tentativi di mediazione, sembra pronto a guidare la sinistra del pd che decide di non uscire dal partito: l’asse con Cuperlo e Damiano si è formato subito dopo l’assemblea.

E la sua posizione è destinata ad avere nuovi effetti anche in Liguria, in vista delle amministrative. Già, perché sono molti quelli che, già ora, a Genova e La Spezia fanno riferimento a lui, non essendo renziani e non volendo abbandonare il pd assieme con gli scissionisti. Lunardon e Terrile nel capoluogo ligure da tempo puntano sul Ministro della Giustizia come riferimento nazionale. Con lui leader di quell’area del Pd, sarà molto difficile che ci siano grosse emorragie legate alla scissione di D’Alema, Bersani & company.

Così i Tullo, i Margini, forse perfino i Montaldo, potrebbero restare dentro il partito, seguendo il guardasigilli nella sfida con Renzi. Ancor più saldo il rapporto che Orlando ha nella sua città, La Spezia, dove insisterà per trovare l’accordo su un candidato unitario alle prossime elezioni. in termini di iscritti, questa lacerazione potrebbe dunque non avere grandi effetti, anche se va detto che a Genova e nel resto della regione, di fatto, la frattura c’è già stata: in molti nel periodo delle regionali avevano già deciso di non rinnovare la tessera. Anche nella scissione Pd, la Liguria aveva anticipato i tempi