cronaca

Il racconto dell'uomo: "Gli usurai in Ecuador ci hanno minacciati"
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 Voleva uccidere la figlia e poi suicidarsi perché gli usurai in Ecuador avrebbero minacciato la compagna e gli altri due figli. Lo ha detto il quarantenne fermato dalla polizia con l'accusa di tentato omicidio per aver ferito a coltellate la figlia di 12 anni nella casa di Lavagna.

L'uomo è stato interrogato in carcere dal sostituto procuratore Marcello Maresca. L'immigrato, assistito dall'avvocato Fabio Curatola ha rivelato che da tempo in Ecuador, dove vive la nuova compagna (mamma della ragazzina ferita), gli usurai che gli hanno prestato dei soldi e vogliono indietro 15 mila euro, che salgono del 20% ogni mese. Per questo avrebbe perso la testa decidendo di uccidere la figlia e di suicidarsi.

"Dopo una notte passata a pensare a cosa fare sono rientrato a casa, ho preso un coltello e cercato di tagliarmi un polso, quindi ho colpito mia figlia che si era appena svegliata. Mia madre stava dormendo. Mi sono reso conto di cosa stavo facendo e mi sono bloccato quando ho visto il sangue". Dopo l'uomo avrebbe cercato di curare la figlia: prima con alcune garze e disinfettanti che aveva in casa, poi, con altri prodotti comprati in farmacia. Poi la decisione di andare in ospedale con il furgone di un amico.

L'uomo alla polizia, arrivata in ospedale, aveva raccontato di aver subito una aggressione da un nordafricano in un distributori di carburanti a Genova e che la figlia era stata ferita perché si era frapposta tra lui e l'aggressore. la versione non aveva convinto gli agenti che poi lo hanno fermato per tentato omicidio.

La confessione è ora al vaglio dei poliziotti della squadra mobile diretta dal primo dirigente Marco Calì. Molti i punti che non tornano, riferiscono gli inquirenti. Primo: se voleva uccidere la figlia perché non l'ha colpita in un punto vitale invece di straziarla con tante ferite superficiali?