politica

Il commento
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Facciamo di Genova un laboratorio per il centrodestra. Lo ha detto Giorgia Meloni sostenendo un rafforzamento della coalizione con Toti e Salvini. Anche il Movimento Cinque Stelle ha scelto, per selezionare i possibili candidati-sindaco, un nuovo sistema, chiamato “Metodo Genova”. Il Pd , nel 2015 con largo anticipo su tutti, ha immaginato Genova come un laboratorio su cui disegnare il partito post-renziano con la fuga di Sergio Cofferati e la scissione dei 200 reduci. Insomma il concetto di “Laboratorio Genova” piace alla politica anche se, poi, a conti fatti porta una sfiga spaziale.

Gianni Crivello, colui che aveva detto con una eccessiva dose di autocritica “Non sono all’altezza” per fare il sindaco, potrebbe diventarlo. Infatti la forbice dei consensi, dopo il colpo di teatro pentastellato, secondo alcuni sondaggisti si starebbe assottigliando. Ipotesi tutta da verificare. Ma anche l’alleanza di centrodestra, secondo i nemici di Toti, potrebbe subire l’incrinatura dovuta alla candidatura “sanitaria” di Giancarlo Vinacci che indebolirebbe i due in corsa: Cavo e Bucci.

Perché candidatura sanitaria? Perché Genova diventa davvero un laboratorio! Non di analisi vista l’area di intervento, ma di selezione dei candidati. Il manager berlusconiano, infatti, sarebbe stato suggerito dall’ex Cavaliere “perché glielo ha detto il dottore”. Cioè il professor Alberto Zangrillo, archiatra del patron di Arcore. Dunque: il medico curante consiglia Silvio Berlusconi di candidare a Genova il suo amico fraterno (del medico curante) Giancarlo Vinacci.

Se il Pd aveva le Primarie, i grillini le Comunarie , Forza Italia invece avrebbe le “Sanitarie”.

È un’idea fantastica in assenza di un sistema comprovato di selezione della classe dirigente politica. Rivolgersi agli specialisti. Non di amministrazione, ma di medicina. Pensate come aumenterebbero le code alle Asl! Quanti segretari di partito si rivolgerebbero ai pronto soccorso! Al triage del Galliera: “Sì è fatto male?”. “No cerco un candidato per l’assessorato all’edilizia”. “Codice giallo!”.

Un ginecologo per esempio potrebbe consigliare Matteo Renzi di candidare una signora, sua paziente. Del ginecologo intendo. Un fisiatra che allevia la lombaggine di Alfano potrebbe suggerirgli di candidare un ragioniere suo amico che ha avuto occasione di manipolare per una sciatalgia acuta. Un odontoiatra non avrebbe ritegno a consigliare Salvini di candidare un conoscente per il solo fatto di avergli (all’amico) sistemato un impianto nell’arcata inferiore destra.

D’altronde l’Italia è il Paese del passaparola: vale per consigliare l’ultimo noir da leggere, il nutrizionista a cui affidarsi per perdere dieci chili, l’oste che fa il miglior cappon magro della Liguria. E perché no? anche il candidato sindaco di Genova! Chi meglio di un medico specialista può svolgere questo delicato compito? Lui che tasta, palpa, legge referti, scruta tac e risonanze. Niente resterebbe nascosto.

L’importante a questo punto è a quale branca della medicina rivolgersi. Per non avere spiacevoli sorprese consiglio di evitare anatomopatologi e psichiatri. Ma se non se ne potesse fare a meno, vanno bene anche loro… una volta al dì, lontano dai pasti.