politica

Dopo la spaccatura per la candidatura alle comunali
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Tra una fetta di prosciutto crudo e un'anguria, c'è chi va a scomodare addirittura il fascismo per definire quello che sta succedendo nel movimento Cinque Stelle. Voci del popolo, raccolte tra i banchi della salumeria, al mercato Orientale di Genova, per capire che cosa ci abbiano capito i genovesi sugli sconvolgimenti politici all'interno di un movimento che agli albori si faceva forza dall'essere al di fuori dalle logiche politiche della spartizione delle poltrone, ma che "litigano come tutti gli altri" dice una signora, scuotendo la testa con sguardo schifato. Tutto, lo ricordiamo, nasce dopo che la candidata sindaco di Genova, Marika Cassimatis, scelta con votazione su Internet, è stata poi sconfessata da Grillo, in favore di Luca Pirondini, scelto questa volta con votazione aperte a tutti gli iscritti certificati a livello nazionale, e non solo genovese.

"E' successo che chi ha fatto le regole le ha poi sconfessate, cioè Beppe Grillo" dice un signore che così legge la vicenda. "E questo non fa bene alla nazione. Io non sono del movimento Cinque Stelle". "Io sono sempre stata del movimento Cinque stelle, ci ho creduto, ma quello usato da Grillo è un metodo che definisco fascista. La Salvatore è una sua pedina. Ha tradito i principi del movimento, dove contava la base".

 "Se Grillo ha fatto così, mi fido perché sa quello che fa" lo difende invece un'altra signora a distanza". "Chi non è d'accordo con lui deciderà di andarsene, come lui ha stesso ha detto" dice un salumiere. Insomma, tra chi "non seguo né calcio, né politica, ma solo le donne..." scherza un macellaio, e che invece si infuoca a parlarne, questo è un ritratto della vicenda letta dai genovesi.