La prima cosa da fare è capire che cosa sia, sotto il profilo giuridico, il Movimento 5 Stelle. Cioè, in quale “modello di associazione” si inserisce. Se esiste un modello definito per questo raggruppamento politico. Più o meno con queste parole e con la lucidità culturale che lo contraddistingue, si è espresso il presidente del Tribunale di Genova, Claudio Viazzi, cui toccherà il compito di affidare l’esame del ricorso civile presentato da Marika Cassimatis e che ormai viene nazionalmente individuato come “Caso Genova”.
Pirondini o Cassimatis? Con quale simbolo? O, addirittura, una clamorosa decisione di stare fuori dalla competizione elettorale ? Se il movimento di Beppe Grillo in qualche modo “si escludesse” sarebbe per la politica una pesante sconfitta. Non avrebbe compiutezza democratica un’elezione nella quale più o meno il 30 per cento degli aventi diritto non ha il suo riferimento politico. I prossimi cinque anni decideranno se Genova uscirà o no dalla palude in cui è finita. O è stata gettata.
Non appartengo alla categoria di chi spera che i Cinquestelle siano costretti a stare alla finestra dopo che le ultime politiche ne hanno fatto il primo partito della città. Mi darebbe molto fastidio che non potessero partecipare a scelte strategiche e che così venisse offerto a questi l’alibi di dire: noi non c’eravamo.
Mi auguro che le responsabilità sulle prossime scelte, che non possono essere rinviate , se le assumano gli eletti dal popolo, con la loro bella faccia in modo che tutti sappiano chi sono quelli che hanno salvato (come spero) o condannato Genova. Magari per non votarli più la prossima volta.
Desidero sapere chi dirà si o no su questioni cruciali quali il futuro di Amiu e di Amt, la Fiera del mare, la sicurezza e il recupero del centro storico, il rapporto tra città e porto, le pedonalizzazioni da fare, l’ospedale del Ponente, il terzo valico e la Gronda, il trasporto pubblico in Val Bisagno, le opere per la messa in sicurezza del Bisagno e del Fereggiano, la manutenzione della città, il Blueprint e le riparazioni navali, la rigenerazione delle periferie, le tasse locali, le bancarelle davanti al porto antico, lo scempio di Galleria Mazzini, l’inquinamento della Val Polcevera, il prosieguo della metropolitana e così via.
Come voteranno centrosinistra, centrodestra e Cinquestelle? Chi dirà si e chi invece dirà no? Chi si assumerà la responsabilità di disegnare la città dei prossimi anni? Quale sarà il disegno della nostra città?
Ci devono essere tutti a scegliere. Troppo comodo farsi da parte o farsi mettere da parte.
politica
La necessità politica che i Cinque Stelle partecipino alle elezioni
Il commento
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