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La politica vista da Roma
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Caos al Senato: Alfano allo sbando. Appena eletto Presidente della Commissione affari costituzionali, il Senatore Torrisi ha ricevuto i complimenti del Presidente del Senato Grasso ed anche del suo presidente Alfano che non aveva ancora incassato la reprimenda di Renzi. Si dice che l'accordo per le prossime elezioni tra Alfano e Renzi ieri sia stato messo in discussione dall'ex premier. O risolvi il casino o te ne vai. E vista la retromarcia dell'Angelino che dice a Torrisi o te ne vai o la tua posizione non è compatibile con Ap c'è da credere che non siano solo malevole di corridoio.

Alfano è allo sbando, confuso, abbandonato dai suoi che invece dicono a Torrisi di restare dove è, ma i giochi non sono finiti. Qualora Torrisi desse le dimissioni è già pronta nel segreto dell'urna la seconda bastonata al Pd renziano e verrebbe eletto presidente il Senatore Crimi del M5s, con una ulteriore figuraccia per i renziani al Senato, non certo addebitabile all'istituzionale capogruppo Zanda che ha sempre controllato tutto o quasi tutto. Da quando Renzi ha ventilato le elezioni anticipate appena eletto a segretario, il 7 maggio, ha di fatto scatenato una serie di reazioni a catena spesso incontrollabili.

Ma cosa può accadere ora? Torrisi potrebbe restare, come probabile, ma se si dimette si va a nuova votazione e potrebbe uscire davvero Crimi dei 5 Stelle. Intanto Renzi pensa ad elezioni possibili persino a metà luglio, addirittura il 16 o il 23. Ma Mattarella condividerebbe? Probabile che senza la legge elettorale il presidente, in caso di caduta del Governo Gentiloni, si affiderebbe ad un Governo tecnico con due mandati precisi: legge elettorale e Def.

E in questo caso a presidente tecnico ritornerebbe il presidente del Senato Grasso o un ex presidente di Corte Costituzionale. Le elezioni a questo punto andrebbero a finire a marzo 2018, con un ventaglio di possibilità sino al 10 maggio 2018. Il terreno, questo è certo, è molto scivoloso.