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Dopo il ponte pasquale
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 Siamo bravissimi a lanciare bollettini di vittoria di fronte alle invasioni dei turisti a Genova e in Liguria. I 70 mila di Genova Pasqua 2017 e i 300 mila di Liguria Pasqua-Pasquetta e dintorni sono bei fiori all'occhiello di un territorio che sale esponenziamente sul mercato del turismo.


Ma l'altra faccia della medaglia è l'intasamento totale del traffico e del posteggio nel nostro bell'arcobaleno riscoperto. I 35-40 chilometri di coda lunedì sera da San Bartolomeo al Mare a Savona, i 15 da Varazze verso Genova, i serpenti sulla A12, l'incubo a Voltri per chi gira verso l'A26, ma anche il tappo di Savona per i piemontesi che salgono verso casa, sono come condanne ineluttabili. Insieme al resto delle code che sono il sovraprezzo da pagare per chi sceglie la Liguria.

Sarà così il prossimo ponte del 25 aprile e poi quello del 1 maggio e poi tutti i week end pre estivi ed estivi fino alle subliminazioni del fine giugno.

Di fronte a tutto questo le contro misure sono a zero. Il turista in coda lo sa, accetta, programma e si rassegna. Unico brivido, magari passare per l'Aurelia e fare la coda lì. Non esiste strategia, né purtroppo prospettiva. Le autostrade il Liguria, che ci hanno tolto dal Primo Isolamento (che dal Secondo ancora siamo prigionieri) sono state costruite negli anni Cinquanta, Sessanta, Settanta. Dopo il nulla. Solo qualche pezzo a Ponente di Aurelia bis.

E non parliamo dei treni, che siamo ancora fermi al binario unico in quel pezzo chiave della Savona-Ventimiglia e che i treni sono rari, sovraffollati, mal collegati, laddove esiste il raddoppio con i centri urbani della Riviera.

L'aspetto più preoccupante di un colasso che si moltiplicherà è che nessuno pensa a come uscirne. Nè provvisoriamente, né definitivamente. Si lascia che il traffico finisca nell'imbuto e che l'imbuto inghiotta decine di migliaia di auto. Le alternative minime di una programmazione delle partenze, magari da diffondere sul web con avvisi nei principali centri urbani da parte di Regione e Comuni e società autostradali, sono snobbate dalle cosidette autorità preposte. Lo studio di nuove arterie per aiutare questo turismo in fortunata espansione non esiste. Fino a qualche anno fa si parlava di un progetto per costruire una autostrada Albenga-Predosa, che scaricasse molto del traffico piemontese e lombardo dall'Autofiori.

Ma quell'ipotesi, che gli automobilisti incolonnati inesorabilmente sognano da decenni, è sepolta nel silenzio.

Sapete che cosa ci resta per paradosso? Il trasporto via mare, traghetti, aliscafi, barconi: così si torna all'Ottocento quando in Liguria non esisteva ancora la ferrovia e la strada era solo la vecchia Aurelia, sterrata.

Ci occupiamo tanto di treni, velocetti o velocini per Roma, Torino e Roma ed è giusto, ma pensare un po' anche a ricevere meglio i turisti e a farli viaggiare più decentemente, questo no. Questo non è un problema. Basta sventolare i nuovi record di presenza e gonfiare un po' il petto. A chi sta in coda per ore, per arrivare in Liguria o per ripartirne, si gonfia qualche cosa d'altro.