
Lo ha detto Marco Di Lello, coordinatore del Comitato "mafia e sport" e segretario della Commissione parlamentare Antimafia, al termine dell'audizione del magistrato. "Le modalità di comportamento - ha spiegato - si avvicinano molto a quelle delle organizzazioni di tipo mafioso. Abbiamo anche ricevuto conferma di "rapporti promiscui" dei tifosi pregiudicati "con i calciatori, spesso mediati dalla società".
Il Genoa "in questo caso non appare del tutto estraneo a quel che accade. La situazione è più tranquilla sul fronte doriano, seppur non idilliaca". "Il quadro è sempre lo stesso e si conferma la bontà della nostra indagine", ha concluso Di Lello.
Sui social i tifosi appaiono divisi tra chi si sente nel mirino, e si ritiene offeso, e chi invece considera l'intervento del procuratore l'occasione per "fare pulizia". Tra il Genoa ed una frangia dei suoi tifosi i rapporti però sono burrascosi da anni. Proprio in questi giorni sono scaduti i Daspo comminati dopo Genoa-Siena dell'aprile 2012 quando la parte più calda della tifoseria fece sospendere la partita invitando i giocatori a togliersi le magliette. Tra i fomentatori c'erano dei pregiudicati. Appena due settimane fa è stato lo stesso Enrico Preziosi a scagliarsi contro la tifoseria che lo aveva contestato con toni durissimi. "Quegli ultrà vanno cancellati dalla storia - aveva detto Preziosi - e sia ben chiaro sono pronto ad affrontarli in qualsiasi momento perché non mi fanno paura".
IL COMMENTO
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