Svastiche e simboli nazisti sui muri, raid incendiari, ronde punitive contro gli immigrati, armi bianche pronte all'uso e materiale informatico inequivocabile. Una vera e propria cellula neonazista quella scoperta dai Carabinieri della Spezia, che hanno perquisito sei persone e imposto tre misure restrittive con obbligo di dimora nel comune di residenza e divieto di uscire nelle ore notturne.
Il gruppo prendeva il nome di 'Autonomi NS La Spezia'. Gli indagati sono utti di nazionalità italiana, ritenuti responsabili dei reati di ''associazione finalizzata all'incitamento alla discriminazione e alla violenza per motivi razziali, etnici e nazionali'' e a vario titolo anche per reati di danneggiamento e danneggiamento seguito da incendio aggravati.
L'indagine, denominata 'Aurora' e coordinata dal Procuratore capo Antonio Patrono, ha preso avvio nel maggio dello scorso anno, a seguito delle denunce presentate ai carabinieri per l'imbrattamento, avvenuto con l'apposizione di svastiche e simboli nazisti, all'esterno della locale sede del Partito democratico. Una prima perquisizione a distanza di pochi giorni a carico di noti militanti dell'ultradestra locale aveva portato al ritrovamento di armi bianche, materiale documentale e informatico di chiara ispirazione nazista.
Il gruppo, secondo i carabinieri, organizzava ronde illegali 'punitive', nei confronti di cittadini extracomunitari, e in alcune circostanze ha appiccato il fuoco a raccoglitori di indumenti usati della Caritas diocesana della Spezia e a un macchinario di una cava.
"Tra le varie procedure operative realizzate dal gruppo c'erano anche le cosiddette ronde anti clandestini: nella notte giravano per la Provincia probabilmente alla ricerca di cittadini extracomunitari da aggredire", spiega il comandante provinciale dell'Arma, il colonnello Gianluca Valerio. "Con le caratteristiche dell'incitamento all'odio razziale hanno realizzato una serie di attentati incendiari, imbrattamenti e danneggiamenti che realizzati disgiuntamente non davano una chiave di lettura unica, come invece le indagini hanno consentito di appurare", ha sottolineato il colonnello.
"Si va a caccia di negri e antifa". Così i militanti si incitavano nel gruppo WhatsApp creato ad hoc per attirare proseliti e pianificare i blitz. E' quanto si legge nell'ordinanza con cui il giudice ha indagato sei persone, tre delle quali sottoposte a obbligo di dimora nel comune di residenza. "E' giunto il momento delle spedizioni punitive in questa città", scrive un militante, mentre uno degli indagati va oltre, spiegando che "bisogna costruire il terreno per un colpo di stato". Nel mirino anche la Caritas, colpevole secondo i militanti di non aiutare più gli italiani per dedicarsi al sostegno degli immigrati, da qui gli incendi ai raccoglitori di indumenti dell'associazione ecclesiale.
Il gruppo aveva anche una base logistica: una roulotte parcheggiata in una zona boschiva di Follo, nello spezzino, dove i carabinieri hanno trovato istruzioni per fabbricare ordigni rudimentali, realizzabili con componenti di uso comune normalmente in vendita.
Il gruppo era composto da militanti della frangia più oltranzista dell'estrema destra riconducibili all'area naziskin. Per farsi propaganda affiggevano nelle vie cittadine simboli nazisti e imbrattavano targhe e iscrizioni commemorative della Resistenza e della lotta antifascista.
PD: STUPORE E SGOMENTO
Scoperte che "provocano stupore e sgomento proprio a pochi giorni dalla celebrazioni della Liberazione quando abbiamo onorato i martiri della Resistenza al nazifascismo". Lo scrive in una nota il segretario regionale del Pd Vito Vattuone.
"Oggi come allora i metodi di questi gruppi sono sempre gli stessi: negare la storia e aggredire le minoranze, facendo leva sulle paure della popolazione e radicalizzando i problemi del tempo presente. Non dobbiamo abbassare la guardia davanti alla destra populista di nuovo e antico stampo che prova a riemergere in Europa e sul nostro territorio. Anche per questo continueremo a difendere e portare avanti i valori di libertà e uguaglianza che sono alla base della nostra democrazia e del nostro partito". U
na cosa del genere "sarebbe grave ovunque fosse accaduto - ha scritto in una nota Raffaella Paita, capogruppo pd in Consiglio regionale commentando l'aggregazione di neonazisti -. Ma che questo gruppo aggregato sulla base di intolleranza e violenza si sia organizzato fino a spingersi all'azione in una città insignita della medaglia d'argento per la Resistenza che fa parte di una Provincia medaglia d'oro per la Resistenza, rende tutto ancora più allarmante".
Paita invita alla riflessione "sul fatto che quando una certa politica continua a esasperare il clima attaccando minoranze, immigrati, stranieri extracomunitari è molto più facile dimenticare il passato creando le condizioni perfette per fare crescere paura e intolleranza. Con responsabilità occorre abbassare i toni della discussione e isolare le frange pericolose". Il candidato sindaco alla Spezia per il Pd Paolo Manfredini ha annunciato per sabato prossimo "una grande manifestazione aperta a tutte le forze del Centrosinistra, movimenti e associazioni".
cronaca
La Spezia, scoperta cellula neonazista: ronde anti migranti e raid incendiari
Blitz dei Carabinieri sul gruppo 'Autonomi NS La Spezia'
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