
"Non difendo certo io il Direttore Generale o il Cda della Rai, ma bisogna dire come stanno le cose: le colpe della mancanza di chiarezza in Rai sono tutte del governo che è arrivato alla scadenza del maggio del 2016 della concessione pensando solo a comandare, controllare, usare la Rai a proprio uso e consumo ma senza dare alcuna indicazione di quello che la Rai deve fare nei prossimi 10 anni di concessione di servizio pubblico. La concessione e relativa convenzione alla firma alla Corte dei Conti, sono il nulla assoluto e rimanda ad atti successivi ogni obbligo del concessionario", aggiunge.
"Perché invece, come negli altri Paesi - conclude Rossi - la concessione non dice in modo esplicito cosa deve fare il concessionario: numero canali, unificazione redazioni, nessuna commistione tra programmi di servizio pubblico e commerciale e tanti altri punti di fondamentale importanza?"
IL COMMENTO
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