Arrivato a Genova in un clima di festa, il pontefice non si è limitato ad un messaggio di incitamento e preghiera ai lavoratori, ha mandato segnali forti, politici e brutali:
ha detto no al reddito per tutti, sì al lavoro per tutti, ha detto che gli imprenditori non devono essere speculatori, ha con forza condannato la facilità con cui si utilizzano i licenziamenti per risolvere le crisi aziendali.
La gente ama questo Papa perché è diretto, essenziale, non banale. la visita genovese di Bergoglio ne è stata una riprova. Non ha risparmiato neppure i sacerdoti, in Cattedrale, quelli che fanno i parroci imprenditori.
Francesco è anche un Papa rigoroso, cita spesso la legge e la Costituzione, il rispetto delle regole. E non è dunque una questione di destra, sinistra o movimenti: tutti oggi quando si parla di rigore storcono il naso. Francesco invece ha il coraggio di dire che il rispetto delle regole è essenziale.
Il primo messaggio che parte da Genova è questo, piaccia o non piaccia, tocca la classe dirigente, ma anche la vita di ognuno di noi.
IL COMMENTO
"Breathe": la politica ha il dovere di ricordare i giorni del Covid
Il docufilm sul Covid, una lezione per la giunta che deve rifare la sanità