“Genova è a un bivio”, dice il governatore Toti a Primocanale a pochi giorni dalla chiusura della campagna elettorale. Una tornata che per il centrodestra avrà un forte valore politico, perché se i risultati saranno quelli attesi il presidente della Regione potrebbe ambire a una leadership nazionale sulla base di una coalizione unitaria. Un progetto ancora sfocato sullo scenario nazionale ma ben consolidato in Liguria e, potenzialmente, ancor più rafforzato da almeno due partite che il Governo fatica a gestire: il lavoro e il caso Iit.
“Tre cose lasciano stupefatti – dice Toti sulla vertenza delle acciaierie – Primo, che dopo due anni di gestione commissariale il primo annuncio sia sugli esuberi e non sulle sorti industriali del Paese. Secondo, che il presidente del consiglio convochi i sindacati a Palazzo Chigi nel giorno di chiusura della campagna elettorale. Ma ancor di più che a Genova ci sia un accordo di programma firmato nel 2005 e nessuno ha detto se il Governo lo considera ancora vigente”. L’impressione è che Taranto, anche per ragioni squisitamente numeriche, finisca per prevalere sui temi genovesi.
“Stupefacente – ribadisce Toti – che Ericsson rifiuti ogni confronto e che il Governo non stia facendo moral suasion per portarli a un tavolo. Chissà come si interfaccerà Crivello, che è ancora assessore della giunta Doria, con un Governo di centrosinistra che non dà risposte su nessuna delle grandi crisi”. Toti è comunque fiducioso verso la grande ricetta di Bucci che prevede 30mila posti di lavoro. “Sono previsioni percorribili, anche se ottimistiche – dice – perché Genova ha bisogno di lavori forti nell’urbanistica, lavori in porto che partiranno dopo anni di bonaccia, piani di riqualificazione che stiamo portando avanti”.
La frecciata è riservata alla senatrice a vita Elena Cattaneo, che ha criticato i finanziamenti a Iit. “I fondi da tagliare sono quelli dei senatori a vita, non so a quale titolo Cattaneo parli, potrebbe informarsi meglio. L’Iit è un’eccellenza nella ricerca di questo Paese, i brevetti sono cresciuti esponenzialmente mentre Renzi prometteva Human Technopole a Milano noi lo stiamo facendo a Erzelli e partirà insieme a Liguria Digitale”.
Sulle infrastrutture, invece, il timore è che altri possano bloccare le opere già in corso. “I cinque stelle dicono no a tutto quello che vedono, Gronda, Terzo Valico, diga in porto. Poi danno i soldi ai rom per le case, vediamo gli scempi di Appendino a Torino e Raggi a Roma. Il Pd cavalca le stesse infrastrutture che ha bloccato per anni con un ambientalismo peloso che ha affossato la città”.
Genova, insomma, al centro dei grandi temi nazionali e banco di prova per il centrodestra modello Liguria. Anche se la legge elettorale non convince: “Non credo alle larghe intese e non credo che potranno accadere – assicura Toti – io con la sinistra non ho nulla da spartire, hanno loro qualcosa da imparare da noi. Temo che ci sarà una legislatura breve e confusionaria, occorre blindare questa Regione, esempio nazionale di come si può governare bene, preceduta da Lombardia e Veneto. E poi ricostruire il centrodestra senza incertezze, senza gli ammortizzatori del proporzionale puro”.
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Toti: "Genova è ad un bivio su lavoro e infrastrutture"
Iit, attacco a Cattaneo: "Tagliare? Sì, i senatori a vita"
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