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Ieri la prima. Consensi per l'allestimento firmato da Montaldo
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Applausi ieri sera al Carlo Felice per il debutto di "Turandot", ultimo appuntamento operistico della stagione lirica genovese.

L'estremo capolavoro pucciniano è stato presentato nell'allestimento storico creato negli anni Novanta dal regista Giuliano Montaldo (qui "ripreso" da Fausto Cosentino, ma presente in teatro a vigilare sulla sua creatura) con le scene di Luciano Ricceri e i costumi di Elisabetta Montaldo.

Montaldo ha esaltato la verve cinematografica di Puccini costruendo un impianto altamente spettacolare, imponente, atto ad accogliere la densa coralità della partitura; ma, nello stesso tempo, ha lavorato sui particolari, sui caratteri dei singoli personaggi.

Sul podio dei complessi stabili del teatro genovese è salito il direttore artistico Giuseppe Acquaviva, particolarmente legato al teatro pucciniano. Una lettura nell'insieme convincente, pur con qualche problema, qua e là, soprattutto nel rapporto fra voci e strumentale.

Norma Fantini è stata una Turandot convincente,
forse meno cattiva di quel che ci si aspetta dalla regina di ghiaccio, ma liricamente elegante e scenicamente espressiva.

Serena Gamberoni si è rivelata una splendida Liù per vocalità e partecipazione emotiva. Rudy Park, Calaf, è un tenore generoso, con una voce potente e un colore molto scuro: una prova la sua apprezzabile, con un un ampio margine di maturazione.

Molto bravi i tre ministri, Vincenzo Taormina (Ping), Blagoj Nacoski (Pong) e Marcello Nardis (Pang).