cronaca

La proposta all'assemblea annuale dell'Alce
2 minuti e 13 secondi di lettura
"Fra gli operatori la sensazione è che il mercato si stia muovendo con un marcato recupero. Finalmente stiamo non solo vedendo, ma anche toccando, la luce dopo periodi difficili. Questo fa ben sperare e deve dare alle istituzioni e agli amministratori il giusto incentivo a premere sull'acceleratore di alcune riforme importanti".

Giampaolo Botta
, direttore generale di Spediporto, l'associazione degli spedizionieri genovesi parla a margine dell'assemblea dell'Alce, l'Associazione ligure commercio estero, dopo che il presidente ha lanciato la doppia proposta di una zona franca nello scalo, affiancata da una zes, zona economica speciale, cioè un'area con trattamenti vantaggiosi in termini fiscali, economici, logistici e di semplificazione amministrativa per le aziende che si insediano.

I primi a parlare di Zes a Genova erano stati proprio gli spedizionieri, chiedendo anche ai candidati sindaci di portare avanti l'idea. In questi mesi hanno lavorato ed è quasi pronta una proposta strutturata per creare in Italia una rete di zone economiche speciali.

"A livello mondiale - dice Botta - tutti i principali porti internazionali stanno utilizzando strumenti di questo tipo per essere più vicini alle esigenze del mondo della produzione e della distribuzione. La zes non è solo utile ma necessaria. La sola Cina nel mondo sta siglando accordi con diversi Paesi al fine di poter operare su territorio estero attraverso strumenti normativi e di facilitazione burocratica e di semplificazione amministrativa simili alle zone economiche speciali".

"Le Zone economiche speciali laddove sono state istituite hanno generato ricadute occupazionali importanti sul territorio.
Quindi ben venga per Genova, ma per attuarla in concreto servono i presupposti giuridici e le aree". Anche Gian Enzo Duci, presidente di Federagenti, che riunisce le agenzie marittime italiane, è favorevole all'istituzione di una zes nel capoluogo ligure.

"Credo che tecnicamente le zes possano essere introdotte solo in aree con un pil inferiore al 75% della media europea - dice - e non è il caso di Genova che però ha visto negli ultimi vent'anni una della più alte decrescite del Pil in Europa". Un dato positivo è l'aumento dei traffici del porto di Genova nel 2017. "Sono risultati in crescita come in altri porti importanti del Mediterraneo - sottolinea Duci -. La diversa organizzazione delle linee a livello mondiale sta beneficiando il Mediterraneo più del Nord Europa. Genova inoltre gode di una governance ristabilita che ha riportato fiducia. Ma in un mercato che cambia velocemente è sempre più necessario anticipare ciò che avverrà: un po' come il surfista che deve stare sulla cresta dell'onda, se si distrae non ci risale più. Questo è il momento che sta vivendo il porto di Genova".