cronaca

Arrestato dai Carabinieri (quelli veri) a Vercelli
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Aveva truffato almeno cinque anziane spacciandosi per maresciallo dei Carabinieri, con tanto di distintivo, ed era riuscito a farsi consegnare migliaia di euro in contanti sostenendo che fossero banconote false. Una strategia perfetta, finché i Carabinieri - quelli veri - non si sono messi sulle sue tracce per poi arrestarlo.

Protagonista un uomo di etnia rom, 52enne, arrestato dai Carabinieri di Rapallo in provincia di Vercelli e ora detenuto in cella. Le indagini sono partite nel 2016, quando una donna derubata a Rapallo aveva denunciato l'accaduto alle forze dell'ordine. L'anziana ha raccontato che l'uomo, con un falso tesserino dei Carabinieri, si era presentato a casa sua chiedendole di mostrargli tutto il denaro contante in casa, in quanto da “un’indagine” era emerso che aveva ritirato all’ufficio postale delle banconote false. L’uomo si era fatto consegnare i soldi e ha poi chiesto di visionare anche i preziosi custoditi in casa per controllare che fossero autentici "con una bilancia speciale". Ma a questo punto, con la scusa di dover andare a prendere la famigerata “bilancia” in auto, si era dileguato con contanti e monili

In tutto i Carabinieri sono risaliti a cinque episodi simili tra Rapallo, Uscio e Chiavari nel periodo tra l’8 e il 29 settembre 2016. Il “finto maresciallo” in circa 20 giorni aveva sottratto contanti e monili per diverse migliaia di euro. Le indagini hanno permesso di riscontrare lo stesso modus operandi in tutti gli episodi che avevano come obiettivo donne ultr settantenni che abitano da sole.

In un caso, a Uscio, la donna si era insospettita del fatto che il malvivente fosse in abiti civili e non uniforme, particolare più volte evidenziato nelle campagne anti truffe. L’anziana non solo non gli ha consegnato le banconote ma gli ha risposto che voleva aspettare il figlio in arrivo a casa. Il sedicente “maresciallo”, visto l’evolversi negativo della situazione, si era dato alla fuga con una scusa.

Preziosissime per le indagini sono state le dichiarazioni di alcune delle vittime che, nonostante l’età, hanno saputo non solo fornire una dettagliata descrizione fisica dell’uomo e del suo abbigliamento, ma anche del veicolo con cui si allontanava dal luogo del delitto: uno scooter t-max di colore scuro.

Grazie all'analisi degli impianti di videosorveglianza i Carabinieri sono riusciti a individuare il motociclo. Una volta acquisita la targa del veicolo è stato possibile “pedinarlo” attraverso le immagini acquisite, anche durante i rifornimento di carburante, durante gli spostamenti a piedi senza casco, nei giorni in cui erano accaduti i furti. I militari lo hanno identificato grazie anche all’applicativo Weblaser per il riconoscimento facciale.