
La sinistra ha perso perché a Genova c'era voglia di una politica completamente diversa da quella che ha amministrato la città negli ultimi anni: litigiosi, incapaci di decidere, rassegnati. Così sono stati visti i governanti negli ultimi anni.
E poi ha perso perché in campagna elettorale la sinistra non ha saputo rinnovarsi, andare oltre i principi dell'antifascismo, che sono legittimi. Ma contrapposti a temi e problemi concreti finiscono per essere sviliti. E in questo quadro il segretario Renzi ha pensato di nascondersi, anziché lavorare per evitare la disfatta.
Così lo scettro passa a Marco Bucci. Un uomo che viene dall'azienda, un manager che in campagna elettorale non ha mascherato la sua indole di decisionista dai tratti severi. Avrà un compito difficile: "Se riuscirà a fare un decimo delle cose che ha promesso prenderà il nobel" ha detto un suo avversario in campagna elettorale. In effetti non è stato avaro nell'elargire idee, buone intenzioni colorite con slogan ad effetto. La campagna elettorale è anche questo.
Ora però lo attende la prova dei fatti. E proprio le sue capacità manageriali possono diventare l'occasione in più per questa città che ha bisogno di una svolta, quella che hanno chiesto i cittadini genovesi con il voto di oggi. La prima prova da superare sarà quella della squadra: gli equilibri e le pressioni lo condizioneranno, ma deve essere in grado di resistere: scegliendo assessori capaci e di sua fiducia potrà diventare il sindaco della svolta.
Il risultato della Spezia è forse ancora più clamoroso, nei numeri, ma soprattutto perché l'estremo levante ligure non era mai stato governato dalla destra, ma neanche dal centro. E perché è la terra del ministro Pd Orlando e di Raffaella Paita. Eppure anche qui il centro destra con Peracchini, un candidato preparato, conosciuto e che ha saputo interpretare la voglia di cambiamento, ha vinto a mani basse.
Con Bucci e Peracchini c'è in tutta evidenza un altro vincitore: si chiama Giovanni Toti. Con una semplicità geniale ha conquistato la Regione, Savona, La Spezia e Genova, ribaltando la storia. È stato il traino di campagne elettorali basate su messaggi chiari, improntati sulla voglia di cambiamento e sul desiderio di creare una immagine più colorata di questa regione e delle sue città, e ha creato, dalle ceneri di un centro destra ligure inesistente, il "modello Liguria": un modello che lo porta di diritto a diventare il principale indiziato per la leadership nazionale.
E viene da pensare che Toti vorrà da domani, forte dei suoi successi, rilanciare il progetto di un partito unico del centrodestra a livello nazionale, contrario agli inciuci con Renzi, con una lega presente e forte, ma non abbastanza condizionante da spostare troppo a destra l'asse di questo nuovo soggetto politico. Toti troverà resistenze, ma da oggi chi si oppone a lui dovrà fare i conti con i risultati che hanno cambiato la storia politica della regione e, oggi, anche di Genova e La Spezia.
IL COMMENTO
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