Il Piano sociosanitario 2017-2020, approvato dalla Giunta ad agosto e già all’esame delle commissioni del Consiglio regionale, giunge dopo il Libro Bianco e l’approvazione della riforma del modello organizzativo della sanità ligure, in particolare con la nascita dell’Azienda ligure sanitaria che agisce sotto il profilo organizzativo e dell’efficientamento, l’individuazione dei direttori sociosanitari e la creazione dei dipartimenti interaziendali per valorizzare le professionalità esistenti, condividere le ‘best practice’, superare la frammentazione a favore della presa in carico globale del paziente e della garanzia di uniformità ed equità della risposta sanitaria su tutto il territorio. Il Piano pone dunque obiettivi strategici e innovativi: questo è il compito della politica che non deve calarsi tecnicamente nei processi, ma individuare traguardi e linee di indirizzo, partendo dall’analisi delle dinamiche, dell’andamento demografico, delle esigenze della popolazione.
Una volta realizzato il nuovo assetto organizzativo grazie alla riforma, oggi possiamo affrontare la sfida vera: passare da una visione ospedalocentrica, a cui tutti siamo stati abituati, a una reale e capillare integrazione ospedale-territorio. Qui si gioca la sfida del futuro: di fronte all’aumento non solo della popolazione anziana e quindi delle problematiche legate alla cronicità e alla fragilità, è fondamentale rafforzare il livello territoriale del sistema, in termini di presa in carico della persona e della famiglia. Io vorrei una sanità a chilometro zero ovvero capace di dare risposte il più possibile vicino ai cittadini. Ecco perché è fondamentale l’alleanza forte con i Comuni, tanto più che oggi gli ambiti sanitario, sociale e sociosanitario sono sempre più interconnessi. Abbiamo avviato un dialogo proficuo che ha portato all’approvazione all’unanimità da parte del Cal-Consiglio delle autonomie locali del piano sociosanitario. Con i Comuni vogliamo vincere insieme la sfida del cosiddetto “punto unico di accesso”: un unico sportello dove i cittadini possano trovare le risposte ai propri bisogni, senza dover correre da un ufficio all’altro compilando decine di moduli.
Sul fronte delle liste d’attesa, questo tema è strettamente legato al miglioramento organizzativo del sistema, partendo da una prima essenziale valutazione sull’appropriatezza delle prescrizioni. L’attivazione del Cup unico regionale, nel maggio scorso, consente di abbattere i confini tra le diverse Asl, garantendo la vera libertà di scelta da parte dei cittadini su tutto il territorio regionale, determinando l’abbattimento delle liste d’attesa.
Per quanto riguarda la rete ospedaliera, il piano prevede la riorganizzazione della rete dell’emergenza con la riapertura dei Pronto soccorso di Bordighera, Cairo Montenotte e Albenga grazie all’integrazione con il privato, ma sempre sotto il rigido controllo pubblico e senza alcun aumento di costi a carico del cittadino. In quest’ottica è stata fondamentale la riforma del sistema delle autorizzazioni e degli accreditamenti, che ha superato la legge del 1999, ormai inadeguata rispetto alle sfide che abbiamo di fronte. La partnership pubblico-privato, in percentuale minima rispetto ad altre regioni, può rappresentare quindi una soluzione anche per realizzare finalmente, dopo anni di promesse, il tanto atteso ospedale del ponente, fondamentale per una parte importante del territorio genovese.
* Sonia Viale Assessore alla Sanità, Politiche socio sanitarie e Terzo Settore Regione Liguria
salute e medicina
Viale: "Ecco la riforma per la Liguria, una sanità a chilometro zero"
L’intervento
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