I futuri padroni dell'Ilva hanno scoperto le carte: a Genova, secondo i piani, salteranno 600 lavoratori su 1.500. Con un taglio del 40%. Il numero si legge nella lettera inviata dall'attuale proprietà e dalla cordata Am Investco Italy: l'organico totale sarà di 9.500 lavoratori, di cui 900 a Genova. Ne conseguono gli esuberi, che sono 4.200 a livello nazionale. Ira e sconcerto dei sindacati: "Lunedì non entra nessuno e blocchiamo la città", promette la Fiom annunciando lo sciopero totale per il 9 ottobre.
Un'escalation di tensione iniziata all'indomani dell'aggiudicazione della gara. La cifra dei 4mila licenziamenti era già contenuta nel piano industriale mostrato a sindacati e Governo, ma finora non era mai stato precisato il numero dei singoli stabilimenti. "È peggio di quanto ci aspettassimo", commenta Bruno Manganaro, segretario genovese dei metalmeccanici Cgil. E adesso è scontro apertissimo. Perché a Genova c'è un accordo di programma che i lavoratori difendono a spada tratta. Quell'intesa, nata nel 2005, dice che a Cornigliano non si può licenziare.
"Lunedì blocchiamo la città per tutto il giorno, questo è uno schiaffo inaccettabile ai lavoratori e alla città. Una lettera vergognosa, e il governo è succube", attacca Manganaro. Alle 5 del mattino si terrà l'assemblea con picchetto davanti ai cancelli della fabbrica, sciopero di otto ore su tutti i turni, poi corteo fino al centro città e non si escludono gravi disagi al traffico e momenti di tensione. Proprio il 9 ottobre i sindacati sono anche chiamati a Roma per discutere al tavolo con Mittal e il Governo. "Ma andremmo a perdere tempo. Siamo stati convocati con la pistola sul tavolo. Resteremo a Genova e porteremo avanti la battaglia con i nostri lavoratori. Chiediamo a tutta la città a partire dalle istituzioni di fare lo stesso affinché la lettera venga ritirata", dice Manganaro.
"Non ci sarà alcun licenziamento perché tutti quelli che non saranno assorbiti dalla società del nuovo investitore resteranno dipendenti dell'Ilva in amministrazione straordinaria e saranno impiegati per le attività di bonifica e risanamento ambientale nelle zone attorno il perimetro aziendale", ha assicurato Ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno, Claudio De Vincenti, parlando dell'Ilva di Taranto a Bari.
Ma la lettera comunica anche le condizioni del riassorbimento per i lavoratori che non verranno esclusi. "Non ci sarà nessuna continuità", dice il testo. In pratica saranno tutti trattati come neo assunti, in linea col Jobs act "Quindi senza tutele, senza articolo 18, con tagli ai salari", osserva Manganaro. "Faremo rispettare l'accordo di programma, in piazza e in tribunale", continua a gridare la Fiom. Di fronte all'annuncio della maxi stangata aumenta il rischio di vedere saltare l'intera trattativa, che prevede la firma vincolante dei sindacati sul piano dell'occupazione. Se saltasse il banco, però, si aprirebbero scenari ancora più inquietanti.
"Se Arcelor Mittal e Marcegaglia pensano di fare una trattativa con noi mettendoci di fronte 600 esuberi all'Ilva di Genova se lo possono togliere dalla testa, noi chiameremo il Governo ad esercitare il proprio ruolo per il rispetto all'Accordo di Programma del 2005". Così il segretario generale Uilm Genova Antonio Apa. "I lavoratori dovrebbero rinunciare all'ex art. 18 per essere assunti ex novo con il job act - dichiara Apa - una vera rivoluzione dei rapporti sindacali che vuole esercitare il gruppo Arcelor Mittal-Marcegaglia. La Uilm considera questa impostazione una leggerezza. Genova non può pagare un prezzo doppio in quanto con la chiusura dell'area a caldo del 2005 abbiamo già perso 1000 addetti".
"La trattativa per Ilva parte come peggio non poteva. Il piano di esuberi presentato nella lettera dei commissari dalla nuova proprietà Am InvestCo ci lascia stupefatti", dice Alessandro Vella, segretario generale Fim Cisl Liguria. "La Fim Cisl rigetta con forza gli esuberi previsti su Cornigliano, con azioni di mobilitazione dei lavoratori" ha aggiunto Vella.
Nel dettaglio, i lavoratori non toccati dagli esuberi sarebbero 7.600 a Taranto, 900 a Genova, 700 a Novi ligure, 160 a Milano, 240 in altri siti. Quanto alle controllate sono previsti 160 dipendenti in forze aIsm, 35 a Ilvaform, 90 Taranto Energia. Inoltre sono previsti 45 dirigenti in funzione. A questi numeri si aggiungono i dipendenti francesi delle società Socova, Tillet che rientrano nel perimetro del gruppo. Gli esuberi, come assicurato dal Governo, saranno impiegati nelle attività di ambientalizzazione del sito di Taranto gestito dall'Amministrazione Straordinaria.
REGIONE E COMUNE "PERPLESSI"
"Regione Liguria e Comune di Genova esprimono perplessità per il piano di esuberi presentato prima ancora che parta il delicato confronto sul futuro industriale e societario di Ilva. Il progetto, per come delineato, risulta particolarmente inaccettabile per lo stabilimento di Genova Cornigliano, alla luce dei sacrifici già affrontati dall'impianto industriale e dai lavoratori, conseguenti all'accordo di programma del 2005 con il quale è stata decisa la chiusura dell'area a caldo". Lo si legge in una nota congiunta firmata dal governatore ligure Giovanni Toti, sindaco di Genova Marco Bucci, dagli assessori regionali Edoardo Rixi, Gianni Berrino e l'assessore comunale Giancarlo Vinacci.
"Le intenzioni annunciate - prosegue la nota - risultano ancora più incomprensibili dove si consideri l'efficienza, da tutti riconosciuta, e la competitività economica dell'impianto di Cornigliano. Ricordiamo inoltre che lo stabilimento genovese è parte di un accordo di programma siglato nel 2005 da Ilva, Comune, Regione, Governo e sigle sindacali, accordo nel quale già venivano delineate le linee guida per il futuro dello stabilimento e dei suoi occupati. Tale accordo non essendo stato disdetto né rimesso in discussione impegna tutti i sottoscrittori sia da punto di vista legale che politico".
"Prima di parlare di esuberi - conclude la nota - ci aspettiamo che il confronto parta dalle prospettive industriali, dal piano del nuovo possibile titolare e tenga conto della storia recente e degli impegni presi. Auspichiamo che al tavolo delle relazioni industriali si affianchi un tavolo istituzionale convocato dal Governo con tutti i sottoscrittori dell'accordo di programma per monitorare la coerenza delle scelte future con gli impegni presi".
FIOM NAZIONALE: "NON CI SONO CONDIZIONI PER APRIRE IL TAVOLO"
ArcelorMittal "arrogante e inaffidabile". Questa la reazione del segretario generale Fiom Francesca Re David e del segretario per la siderurgia Rosario Rappa alla lettera inviata da Am InvestCo Italy controllata a ArcelorMittal sottolineando che "per la Fiom non ci sono le condizioni di aprire un tavolo negoziale. L'unica risposta possibile a tale provocazione è una forte azione conflittuale di tutte le lavoratrici e i lavoratori". Fiom sarà presente all'incontro del Mise "per conoscere cosa vorrà fare il governo". Lunedì prossimo i rappresentati della Fiom si presenteranno all'incontro convocato al ministero dello Sviluppo economico "unicamente per conoscere cosa vorrà fare il governo di fronte a questa inaccettabile posizione assunta da Arcelor Mittal".
CISL NAZIONALE: "PRONTI ALLA MOBILITAZIONE"
"Se queste sono le condizioni di partenza, il piede è quello sbagliato". Così il segretario generale della Fim-Cisl Marco Bentivogli replica alla lettera inviata ai sindacati da Am InvestCo e dai Commissari dell'Ilva in vista dell'incontro di lunedì prossimo al Mise. "Ci si prospettano - afferma Bentivogli in una nota - presupposti ancora più arretrati rispetto a quanto concordato tra l'acquirente e la gestione commissariale. Se tale approccio sarà confermato nell'incontro di lunedì è chiaro che il ricorso alla mobilitazione generale diventerà inevitabile. Alcuni stabilimenti inizieranno la mobilitazione già nelle prossime ore".
cronaca
Ilva, a Genova previsti 600 esuberi: "Lunedì bloccheremo tutta la città"
Arrivata la lettera col piano di Am Investco Italy
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