Il Governo ha dichiarato "irricevibile" la proposta di Am Investco Italy per Ilva. E la lettera che ha fatto infuriare sindacati e lavoratori, a Genova e in tutta Italia, è diventata, a sorpresa, carta straccia. Nel frattempo Comune e Regione hanno scritto a Roma: "Convocare subito un tavolo sull'accordo di programma, che va rispettato".
Si chiude così un'intensa mattinata di protesta, segnata da un corteo di 1.500 persone che hanno marciato da Cornigliano fino alla Prefettura bloccando il traffico e sfilando coi rostri e i mezzi meccanici della fabbrica. Una giornata di lotta per dire chiaramente 'no' al piano presentato degli acquirenti: 600 esuberi a Genova e per tutti gli altri riassunzione con contratto Jobs Act, senza tutele e con stipendi molto più bassi. Per adesso fine della mobilitazione, in attesa di sviluppi.
TUTTO DA RIFARE - Mentre a Genova gli operai raggiungevano il palazzo del Governo, presidiato dalla polizia per il vertice sindacati-Prefetto-istituzioni locali, a Roma andava in scena un incontro lampo, durato appena 15 minuti. Il ministro Calenda ha comunicato ad ArcelorMittal che non era accettabile aprire il tavolo senza garantire le condizioni salariali e contrattuali dei lavoratori. A quel punto i rappresentanti della cordata hanno detto di non essere in condizioni di trattare, dovendo chiedere prima agli azionisti. Quindi tutto annullato. "Tavolo aggiornato", ha scritto poi il ministro su Twitter.
"GLI SCIOPERI HANNO VINTO" - Una posizione apprezzata dai sindacati nazionali e liguri a Roma (la Fim-Cisl e la Uilm), mentre per la Fiom, rimasta del tutto al fianco dei lavoratori in sciopero, ha parlato il segretario genovese Bruno Manganaro: "Questa non è una gentile concessione. Il Governo ci ha ripensato perché abbiamo scoperato e manifestato. Avevano paura, sono schizofrenici. Oggi abbiamo ottenuto il nostro risultato. A Genova gli scioperi hanno vinto".
ARCELORMITTAL: "VOLEVAMO TRATTARE" - Nel frattempo la delegazione di ArcelorMittal ha fatto sapere di essere rimasta "sconcertata" per una decisione "del tutto inattesa". Nel pomeriggio è arrivato un comunicato: "Siamo contrariati dal fatto che non abbiamo potuto iniziare la negoziazione con I sindacati. Comprendiamo l’importanza dei livelli occupazionali per il Paese e infatti abbiamo mostrato flessibilità aumentando il numero degli occupati a 10.000 rispetto alla nostra offerta originaria. Non abbiamo tuttavia fatto alcuna ulteriore promessa a parte il numero di occupati. Il resto sarà oggetto della negoziazione sindacale".
COMUNE E REGIONE SCRIVONO A ROMA - Presenti in Prefettura a Genova anche il presidente della Regione Giovanni Toti e il sindaco Marco Bucci, che hanno firmato una lettera in cui chiedono espressamente al Governo di convocare "un tavolo di confronto sugli obblighi derivanti dall'accordo di programma". E proprio questo era l'obiettivo dei sindacati, che però avvertono: "Se entro qualche giorno non arriverà una data, siamo pronti a scendere di nuovo in piazza. A quel punto diventerà tutto più difficile, anche gestire l'ordine pubblico".
IL TESTO DELLA LETTERA - "Le istituzioni genovesi firmatarie dell'accordo di programma del 2005 ritenuti i patti allora sottoscritti vincolanti per le parti esprimono preoccupazione per il proprio mancato coinvolgimento nelle trattative legate al futuro di Ilva". Le istituzioni chiedono al governo "l'urgente convocazione di un tavolo di confronto tra i sottoscrittori del suddetto accordo al fine di valutare le ricadute della vertenza in corso sugli obblighi derivanti dall'accordo di programma". La lettera è stata firmata dal presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, dal sindaco del Comune e della città metropolitana Marco Bucci, il presidente dell'autorità Signorini - assente - e tutte le sigle sindacali generali e di categoria presenti all'incontro.
TOTI: "NON POSSIAMO PERMETTERCI ESUBERI" - "Il Governo poteva pensarci prima di far alzare la tensione - ha detto il presidente Giovanni Toti - Per quanto ci riguarda abbiamo ribadito che esiste un accordo di programma e che dev'essere rispettato. Genova non si può permettere ulteriori esuberi. Occorre verificare l'accordo del 2005 e proseguire quel percorso che nessuno ha mai disdettato".
BUCCI: "O SI RISPETTA L'ACCORDO O SALTA LA CONCESSIONE" - È l'avvertimento lanciato dal sindaco Bucci: "A Genova l'Ilva produce e non capisce quale possa essere il piano industriale di Mittal. Quindi le istituzioni genovesi sono allineate coi sindacati. Se Ilva non rispetterà l'accordo di programma, le istituzioni sono pronte a modificare la concessione dell'area siderurgica. Ogni metro quadrato industriale a Genova deve avere una ricaduta economica e occupazionale per la città, non è possibile che ci siano delle aree vuote, se un' azienda si restringe le sue aree industriali vanno recuperate per altre attività con una buona ricaduta, è molto semplice il discorso".
IL CORTEO - "Occuperemo la fabbrica a oltranza. Possiamo accettare tutto, ma non gli insulti", aveva detto Armando Palombo, rsu Fiom, in assemblea davanti ai cancelli dell'Ilva, prima di partire col corteo. Un'eventualità al momento esclusa poiché la Prefettura ha garantito che la risposta con la data del tavolo arriverà presto. Gli operai hanno forzato le recinzioni per portare i mezzi in strada nonostante la mancata autorizzazione dell'azienda. In corteo, dietro lo striscione 'Pacta servanda sunt' ("I patti vanno rispettati"), centinaia di lavoratori. Non solo dell'Ilva, ma anche delle tante delegazioni che si sono unite lungo il cammino: i vigili del fuoco, i portuali, Ericsson, Ansaldo, Selex, Fincantieri. Una città in gran parte solidale, nonostante l'ennesima giornata di disagi. Fine primo tempo. Ma la partita è ancora lunga.
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Ilva, il Governo fa saltare la trattativa. Genova in piazza: "Abbiamo vinto noi"
Toti e Bucci scrivono a Roma: "Subito un tavolo sull'accordo"
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