
"Il mio parere resta contrario - ha spiegato l'esponente leghista - perché questa soluzione presenta troppi problemi di sicurezza: sociali, urbanistici e ambientali. Se la Prefettura e la Curia dicono che è tutto perfetto così, se ne assumono completamente la responsabilità. Adesso vedremo cosa fare". L'ultimo vertice a Tursi, martedì scorso, sembrava aver aperto uno spiraglio. La Curia, che ha firmato un contratto con la Prefettura e sarà in ogni caso tenuta a gestire questi migranti, si è presa qualche giorno di tempo per vagliare soluzioni alternative nel Ponente cittadino. Uno sforzo invano. Anche perché alcune strutture passate sotto esame si troverebbero nel bel mezzo di quartieri residenziali, e il rischio di incontrare un forte dissenso sarebbe stato ancora più alto.
Inviti alla distensione sono arrivati poi dal cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo della città, presente al convegno "Ero straniero e mi avete accolto" organizzato dai vescovi liguri al museo Galata: "Ai cittadini dico di non temere e di guardarsi attorno, dove ci sono altre esperienze simili risultate poi molto buone, tenendo anche conto che monsignor Martino ha aperto da tempo laboratori di avviamento al lavoro", ha spiegato il porporato. I migranti frequenteranno infatti il centro di Coronata durante il giorno per poi tornare ai rispettivi alloggi verso sera, "come tutte le famiglie", insiste Bagnasco. "Ora vedremo cosa dirà la Prefettura come ultima parola".
"Si inizia con gradualità, anche con un numero inferiore" rispetto a quelli previsti "e, se ci sono dei problemi in corso d'opera, c'è un canale aperto di colloquio come c'è stato fino ad ora e penso che sia molto chiaro alla comunità", ha detto il prefetto Fiamma Spena, anche lei intervenuta al convegno. "C'è una situazione alla quale bisogna dare una conclusione" ha aggiunto, spiegando che, fino ad ora, ci sono stati da parte delle istituzioni "grande ascolto" e "grande attenzione al territorio" ma "poi c'è un momento in cui qualcuno deve decidere" senza dimenticare che c'è "una attenta vigilanza delle forze dell'ordine, intesa in favore della popolazione.
A Multedo, però, la tensione resta alta. Perché adesso si rischia il muro contro muro: da una parte gli 'irriducibili' che non vogliono nemmeno un migrante nell'ex asilo di via delle Ripe, dall'altra un comitato 'pro integrazione' nato fuori dal quartiere con membri dei sindacati, dell'Anpi e dei movimenti di sinistra. Il fronte del 'no' non è più compatto come prima perché i portavoce del comitato, qualche giorno fa, hanno annunciato in un comunicato che il loro compito è finito e che ora toccherà alle istituzioni sbrigare la faccenda. La prossima settimana dovrebbero iniziare i lavori, mentre i primi insediamenti sono previsti a partire da quella successiva. La speranza, insomma, è che i timori si verifichino infondati. E che a Multedo, in ogni caso, torni la quiete.
IL COMMENTO
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