Sul tema l’amministratore delegato di Stazioni Marittime spa Edoardo Monzani ha manifestato tutti i suoi dubbi sull’opportunità di puntare su questo tipo di attività. “Non ci ho mai creduto” dice Monzani.
L’amministratore delegato di Stazioni Marittime analizza la questione sotto il punto di vista economico: “Questo genere di alimentazione è costosissima da realizzare ma soprattutto le navi non saranno mai in grado di pagare l’energia elettrica al prezzo che dovremmo mettere per recuperare i costi. Gli armatori non decideranno mai di pagare dieci volte il prezzo che gli costa il gasolio. Bisogna rassegnarsi da questo punto di vista”.
E’ lo stesso Monzani a spiegare qual è la strada da seguire: “Ora gli armatori stanno ordinando navi che prevedono un altro tipo di propulsione, nello specifico si parla di Lng. Molte navi sono in progettazione altre sono già in costruzione” spiega Monzani. Il Lng (Liquefied Natural Gas) è un metano raffreddato alla temperatura di ebollizione (-161 C). L’esiguità della pressione di stoccaggio permette di evitare tensioni eccessive sui serbatoi che di norma devono resistere a temperature molto basse attraverso coibentazione con materiali particolarmente isolanti. Per questo sta trovando diffusione specialmente nel settore navale.
“A Genova – prosegue Monzani - si può puntare a creare un deposito di Lng, ma questo è una discussione che va fatta insieme all’Autorità portuale di sistema. Potrebbero esserci degli armatori specializzati che con le bettoline arrivano direttamente alle navi per fornirgli il combustibile. Questo succede già da altre parti. Dobbiamo tener conto infatti che le grandi navi da crociera consumano come una piccola citta, si parla di 12-14 megawatt” chiude Monzani.
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