Si sono riservati i giudici del tribunale del Riesame di Genova sul caso dei sequestri dai conti della Lega Nord, disposto dopo la sentenza di primo grado nei confronti di Umberto Bossi e Francesco Belsito per la truffa allo Stato sui rimborsi elettorali da circa 49 milioni.
I magistrati dovranno decidere se confermare lo stop al sequestro, arrivato a oggi a circa due milioni di euro, oppure se proseguire anche con i soldi che verranno depositati in seguito nei conti. La decisione arriverà nei prossimi giorni.
"Il ricorso della procura è stato un fulmine a ciel sereno. Per questo abbiamo chiesto in primo luogo che venisse dichiarato inammissibile l'appello del pubblico ministero perché secondo noi il provvedimento del presidente del Tribunale non era impugnabile. In secondo luogo abbiamo comunque chiesto il rigetto ritenendo che non sia ammissibile sequestrare delle somme che entreranno nel patrimonio del partito dopo l'esecuzione del sequestro, evidenziando come questo non sia previsto dalla legge e come, se venisse interpretata in questo modo la norma, impedirebbe di fatto a un partito politico per un tempo indeterminato di svolgere le sue funzioni costituzionali". Lo ha detto il legale della Lega Nord, l'avvocato Giovanni Ponti, insieme al collega Roberto Zingari, al termine dell'udienza.
Per quanto riguarda l'eventuale garanzia per sbloccare i soldi già sequestrati, l'avvocato Ponti ha risposto che "la Lega si sta muovendo perché se il pubblico ministero dice 'voi ci date un immobile in garanzia e noi svincoliamo le somme', presuppone che l'esecuzione del sequestro sia terminata. Se invece la procura dice che anche le somme future sono oggetto di sequestro, che cosa succede? Noi diamo la garanzia, ci svincolano le somme e poi le risequestrano? Questo è un tema che abbiamo posto al Tribunale. Abbiamo anche chiesto al pubblico ministero, che non ha risposto, come ritenesse compatibile questa proposta, che è venuta da loro, rispetto a questa tesi giuridica del sequestro delle somme ulteriori".
Il pm Paola Calleri aveva deciso di impugnare la decisione dei giudici di fermare il sequestro al denaro trovato sui conti in tutta Italia per fare chiarezza, in maniera definitiva, sulla vicenda e su casi analoghi che potrebbero verificarsi in futuro.
L'orientamento giurisprudenziale, a oggi, è sempre stato quello di continuare a sequestrare somme di denaro alle persone giuridiche beneficiarie del frutto del reato commesso da un altro soggetto fino al raggiungimento di quanto previsto dalle sentenze.
Nei giorni scorsi, invece, il tribunale genovese ha invertito la tendenza stabilendo che il blocco si ferma a quanto trovato al momento dell'esecuzione del provvedimento. I sequestri erano scattati a settembre quando la guardia di finanza aveva bloccato il denaro nei conti sparsi in tutta Italia.
cronaca
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