Continua la protesta a Multedo contro l'insediamento dei migranti all'ex asilo Contessa di Govone. In mattinata nuovo presidio, e in serata c'è stata la replica. I dodici giovani africani arrivati giovedì pomeriggio hanno trascorso all'interno la prima notte, poi sono usciti intorno alle 9.30 scortati da Digos e Polizia di fronte a un 'picchetto' con una ventina di abitanti, hanno preso l'autobus e sono andati a Coronata per dedicarsi alle attività organizzate dalla Curia. Insieme a loro anche Don Giacomo Martino, responsabile dell'ufficio Migrantes, 'salutato' da un gruppo di residenti con urla e insulti.
In serata era stato scavato in via delle Ripe un solco per chiudere con una catena la parte privata della strada. Un gesto simbolico e inefficace, notato però dagli agenti della Digos e della Municipale che hanno avvertito i residenti dell'abuso e della possibile sanzione. Così gli abitanti hanno preso cemento e cazzuola per tapparlo, chiedendo ai reporter presenti di non riprendere la scena.
La protesta era iniziata di primo mattino con un presidio silenzioso all'uscita del casello autostradale di Pegli. "Curia ladrona" è uno degli slogan esposti sugli striscioni. Si andrà avanti così a oltranza, dicono i residenti, finché la proprietà non si deciderà a tornare sui propri passi e cederà alle pressioni per ridestinare quella struttura ad asilo.
"Così non ci può essere dialogo. Protestiamo contro una cosa che ci è stata imposta. Questa è una prevaricazione. Noi non siamo razzisti, chiediamo solo un asilo per il quartiere, ma capiamo che un centro accoglienza faccia più business", racconta una residente. Una battaglia parallela sta nascendo in tribunale. Gli eredi della contessa Govone sarebbero pronti a rivendicare un lascito testamentario che vincolerebbe la struttura a essere usata come asilo per bambini. Per questo, secondo alcuni cittadini, il contratto firmato da Curia e Prefettura sarebbe nullo. Fra tre settimane dovrebbe tenersi la prima udienza.
"Business? Sono facili accuse di chi, non vedendo il progetto, non riesce a capire come vengono spesi i soldi - risponde Don Martino attraverso la cancellata, perché la Digos gli ha consigliato di non rilasciare interviste all'esterno per ragioni di sicurezza - i nostri bilanci sono pubblici e chiunque li può vedere. Ora mi auguro che si torni alla normalità, che finiscano i cavilli giuridici. Strada privata? Siamo in casa nostra". Poi accusa: "Parliamo del problema vero. C'è qualcuno spaventato da questi ragazzi. E allora io propongo loro di guardare questi volti sorridenti. Chi ha paura vive male. Noi stanotte abbiamo dormito, loro no".
Un messaggio di rassicurazione agli abitanti è arrivato da parte del Prefetto di Genova, Fiamma Spena che, a margine delle iniziative dedicate ai 70 anni della polizia stradale, ha risposto alle domande dei giornalisti sul tema. "L'unico messaggio che posso dare alla popolazione - spiega il Prefetto - è quello della tranquillità. Si tratta di una struttura dove i richiedenti asilo sono seguiti con attenzione, fanno dei percorsi di conoscenza della lingua italiana, di avvicinamento al lavoro, ma anche delle regole del vivere civile sul nostro territorio. Ritengo, quindi, che non ci siano questi motivi di apprensione che vengono manifestati".
Il Prefetto ha anche ricordato i tanti momenti di incontro e di confronto che hanno accompagnato questo insediamento. "C'è un canale di comunicazione sempre aperto con il territorio ma ritengo non ci siano motivi di apprensione per la presenza dei migranti nella realtà di Multedo".
"Sono ormai tre mesi che non ci sono nuovi arrivi, grazie alle politiche che il ministro Minniti sta ponendo in essere a livello internazionale, e quindi non ci sono incrementi nei numeri di richiedenti asilo presenti sul territorio. Quello che c'è - conclude il Prefetto - e' una redistribuzione, richiesta anche dal Comune di Genova, in seguito alla chiusura del centro di accoglienza in Fiera".
Larcivescovo di Genova Angelo Bagnasco ha annunciato che andrà a Multedo nel centro appena aperto. "Ci andrò appena possibile volentieri, come sono andato e come vado in seminario dove ci sono adesso i migranti e come in altre circostanze, a Coronata, dove ci sono questa rosa di laboratori per insegnare un mestiere, un lavoro per l'edilizia, l' agricoltura o la falegnameria". A chi protesta anche vivacemente contro la presenza dei migranti l'arcivescovo dice che "bisogna soltanto guardare i fatti senza paura, senza pregiudizio, per vedere che le cose non sono spaventose come qualcuno le ha rappresentati. Bisogna guardare con serenità e obiettività".
cronaca
Migranti a Multedo, la protesta va avanti. Don Martino: "Paura? Venite a conoscerli"
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