Sono circa 270 gli avvistamenti di cinghiali segnalati al Comune di Genova dall'inizio del 2017. Il dato emerge da una mappa digitale elaborata dagli uffici di Tursi che serve non solo a fotografare il fenomeno, ma anche a studiare le contromisure da prendere. L'amministrazione ha già una soluzione sperimentata con successo in altre realtà: reti elettrificate nei punti più battuti dagli ungulati. Ma anche prevenzione, quindi linea dura contro chi gli lascia il cibo sotto casa.
"Genova è una città particolare. Non esiste una periferia industriale o agricola, il bosco è vicino alle case - osserva Andrea Marsan, zoologo dell'Università di Genova - ma soprattutto si avvicinano perché i cittadini offrono loro da mangiare. È un comportamento sciocco perché li abitua alla città e li disabitua al bosco. E questo li rende obiettivamente una fonte di pericolo. Oltre al fatto che bisogna risponderne penalmente".
L'assessore comunale Matteo Campora annuncia che le prime reti elettriche saranno pronte nel 2018, secondo quanto prevede anche il protocollo d'intesa firmato con la Regione Liguria. Un'idea che piace all'esperto Marsan anche perché altrove ha dato frutti: "Se mangiamo mele del Trentino - spiega - è perché hanno capito che i cervi non possono convivere coi meleti. L'Università ha collaborato per realizzare nelle Cinque Terre 7 chilometri di recinzioni anti cinghiali. A Magliolo, nel finalese, c'è una rete lunga 3 chilometri e mezzo. L'unica strada percorribile è questa".
Tursi inizierà dai punti più 'caldi', quelli che mostrano sulla mappa la maggiore concentrazione di segnalazioni: anzitutto l'arco montuoso sopra il centro storico (in particolare San Teodoro, Lagaccio e Oregina), poi la Bassa Valbisagno (Quezzi, Marassi, San Fruttuoso), ma anche San Martino e alcune zone di Albaro. Ma quanti chilometri di rete servirebbero per isolare l'intera città? "Non molti. Basterebbe cominciare dagli accessi più facili - risponde Marsan - ad esempio mettendo in funzione la barriera del Righi proteggiamo tutta la zona di Manin e via Cabella".
In alternativa si pensa sempre ad abbattimenti e sterilizzazioni. Provvedimenti che, secondo Marsan, sono "fantascienza. Non esistono sistemi efficaci, perché i cinghiali hanno una strategia riproduttiva che consente loro di reagire al pericolo di estinzione". La filosofia prevalente, insomma, è questa: cinghiali al riparo da esche e fucili, ma fuori dalle città. "E naturalmente educare i cittadini - conclude Marsan - Rispettare le norme igieniche, non lasciare cibo fuori dai cassonetti, e reprimere chi non capisce".
cronaca
Ecco la mappa dei cinghiali a Genova. Il Comune: "Dal 2018 reti elettrificate"
Il zoologo Marsan: "È l'unica soluzione praticabile"
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